Unione Africana: il nuovo presidente è l'etiope Hialemariam Desalegn
Sarà il primo ministro etiope a subentrare al presidente beninese Thomas Boni Yayi
alla guida dell’Unione Africana. La nomina, annunciata domenica scorsa al termine
del vertice Ua - riferisce l'agenzia Misna - pone il 47enne successore di Meles Zenawi
a capo dell’organismo continentale per un anno che – dagli sconvolgimenti in Mali
e Congo, ai contrasti tra i due Sudan – prevede numerose incognite. Nonostante fosse
ampiamente annunciata – la presidenza di turno dell’Ua prevede una rotazione delle
cinque zone geografiche in cui è diviso il continente (Nord, Sud, Est, Ovest e centro)
– la notizia è riportata con risalto dalla stampa africana di ieri che sottolinea
l’exploit di Desalegn. “Fino a pochi mesi fa sconosciuto persino dall’opinione pubblica
etiope – sottolinea la rivista Jeune Afrique – Desalegn si è visto catapultato in
pochi mesi alla guida di una delle economie più promettenti del continente e ai vertici
dell’organismo più importante d’Africa”. Senza nascondere una certa apprensione, il
portale ‘Afrik infos’ si domanda se Desalegn saprà riuscire nel nuovo ruolo continentale
“che richiede disponibilità, una buona conoscenza delle crisi e degli scenari africani”,
ma anche e soprattutto “di una buona agenda telefonica e di rapporti diretti con i
capi di Stato e di governo”. Già per anni alla guida della diplomazia di Addis Abeba,
Desalegn ha saputo stringere contatti con quasi tutti i Paesi del continente e non
ha voluto lasciarsi sfuggire quest’occasione – osserva il sito Afrique en ligne –
sottolineando che a maggio l’Etiopia accoglierà le celebrazioni per il 50° anniversario
dalla nascita dell’Organizzazione dell’Unità Africana (Oua) divenuta nel 2002 Unione
Africana. Ingegnere idrico, sposato ad una economista e padre di tre figli, ha vissuto
per anni all’ombra di Meles Zenawi, di cui era considerato il ‘delfino’ e che lo aveva
nominato consigliere speciale, vice primo ministro e ministro degli Esteri. Nel discorso
di insediamento, ieri ad Addis Abeba, Desalegn ha parlato di pace e stabilità per
il continente e affermato che “faremo quanto possibile per restaurare al più presto
l’ordine costituzionale in Mali”. Il suo governo tuttavia è accusato del massacro
di numerose comunità rurali nella valle dell’Omo dove è in corso la costruzione di
una mastodontica diga detta di Gibe III. L’ultimo episodio, che risale a fine dicembre,
riferito da associazioni umanitarie e Ong parla di oltre 150 vittime in un villaggio
suri. (R.P.)