Il Papa all’Angelus: mai più l’orrore dell’Olocausto, si superi ogni forma di odio
e razzismo
All’Angelus, in Piazza San Pietro, il pensiero di Benedetto XVI va alla Giornata della
Memoria, in ricordo delle vittime dell'Olocausto. La memoria di questa “immane tragedia”,
ha detto il Papa, rappresenti un monito “affinché non si ripetano gli orrori del passato”
e si superi ogni forma di razzismo. Il Papa non ha poi mancato di ricordare la Giornata
mondiale dei malati di lebbra e la Giornata per la Pace in Terra Santa, esprimendo
vicinanza ai lebbrosi e agli operatori di pace. Al momento dei saluti ai pellegrini,
assieme a due bambini dell’Azione Cattolica Ragazzi, il Pontefice ha liberato due
colombe in occasione della “Carovana della Pace” in Piazza San Pietro. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
Mai più l’Olocausto.
All’Angelus, in Piazza San Pietro, si leva alta la voce del Papa contro ogni forma
di odio e razzismo. Benedetto XVI ricorda, con parole commosse, la “Giornata della
Memoria” che commemora tutte le vittime del nazismo:
“La memoria di questa
immane tragedia, che colpì così duramente soprattutto il popolo ebraico, deve rappresentare
per tutti un monito costante affinché non si ripetano gli orrori del passato, si superi
ogni forma di odio e di razzismo e si promuovano il rispetto e la dignità della persona
umana”.
Prima delle parole sull’Olocausto, il Papa si era soffermato
sul Vangelo domenicale. Gesù – ha affermato – è “l’oggi della salvezza nella
storia, perché porta a compimento la pienezza della redenzione”. Ha quindi rivolto
il pensiero al modo in cui i cristiani dovrebbero vivere la domenica. Tema a cui ha
dedicato anche un suo tweet, poco dopo l’Angelus. Questo, ha detto, è il "giorno del
riposo e della famiglia, ma prima ancora" è "giorno da dedicare al Signore, partecipando
all’Eucaristia". E’ “prima di tutto un giorno per Lui”:
“Nel nostro tempo
dispersivo e distratto, questo Vangelo ci invita ad interrogarci sulla nostra capacità
di ascolto. Prima di poter parlare di Dio e con Dio, occorre ascoltarlo, e la liturgia
della Chiesa è la scuola di questo ascolto del Signore che ci
parla”.
Per il cristiano, ha aggiunto, “ogni momento può diventare un oggi
propizio per la nostra conversione”. Questo, ha osservato, è il senso cristiano del
carpe diem: “cogli l’oggi in cui Dio ti chiama per donarti la salvezza”. Al
momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha rammentato la Giornata mondiale dei malati
di lebbra, giunta alla 60.ma edizione:
“Esprimo la mia vicinanza alle persone
che soffrono per questo male e incoraggio i ricercatori e gli operatori sanitari e
i volontari, in particolare quanti fanno parte di organizzazioni cattoliche e dell’Associazione
Amici di Raoul Follereau”.
Per tutti ha invocato il sostegno di San Damiano
de Veuster e di Santa Marianna Cope, che hanno "dato la vita per i malati di lebbra".
Ancora, il Papa ha ringraziato quanti in diverse parti del mondo hanno promosso una
Giornata speciale di intercessione per la pace in Terra Santa. E, parlando in polacco,
si è unito alla Chiesa in Polonia nella preghiera per il cardinale Jozef Glemp, scomparso
nei giorni scorsi. Al termine dell’Angelus, Benedetto XVI ha rivolto un saluto particolare
ai bambini e ragazzi dell’Acr, l'Azione cattolica ragazzi, di Roma impegnati in un’iniziativa
di pace:
“Cari ragazzi, la vostra ‘Carovana della Pace’ è una bella testimonianza!
Sia segno anche del vostro impegno quotidiano per costruire la pace là dove vivete”
Una
di loro ha quindi letto un messaggio al Papa:
“Caro Papa… stiamo sperimentando
se siamo veramente capaci di pace, ovvero di essere collaboratori della pace che viene
da Dio… e ricordati, caro Papa: l’Acr di Roma non smette mai di volerti bene!
Infine,
il Papa - aiutato da due bambini - ha liberato due colombe, “simbolo dello Spirito
di Dio, che dona la pace a quanti accolgono il suo amore”.