Giordania: missionarie in prima linea per i profughi siriani
Drammatica testimonianza giunta all'agenzia Misna da una missionaria comboniana che
lavora nell’ospedale di Karak, nel sud della Giordania, dove vengono accolti i profughi
provenienti dalla Siria. “La nostra è una zona decentrata che non riceve aiuti né
dal governo giordano né dalle Ong – racconta Alessandra Fumagalli – ma assistiamo
soprattutto donne e bambini che hanno perso familiari e mariti e sono venuti in Giordania
perché hanno dei parenti”. Quaggiù, infatti, sono stati indirizzati i circa diecimila
profughi che non hanno trovato posto nei campi allestiti nel Nord, al confine con
la Siria, già stracolmi. “Qui almeno sono vicini ai centri urbani, ma d’inverno fa
molto freddo”, dichiara ancora la missionaria che assieme a cinque consorelle e una
settantina di dipendenti gestisce l’ospedale, fondato nel 1939, l’unico nel raggio
di 300 km, che ha la capacità di 40 posti letto. Secondo le stime dell’Alto Commissariato
dell’Onu per i Rifugiati (Acnur), nel primo mese del 2013 sono già 30 mila i siriani
che hanno passato la frontiera con la Giordania. (R.B.)