Brasile. Concluso il convegno "Diritto e Fraternità. Strumento per la trasformazione
sociale"
Concluso in Brasile il II Congresso nazionale “Diritto e fraternità. Strumento per
la trasformazione sociale”, promosso da “Diritto e Fraternità”, rete di operatori
del diritto nata da una intuizione di Chiara Lubich. Servizio di Carla Cotignoli:
“Ora
ho la certezza che il cambiamento è possibile” “Ho visto qui l’umanizzazione delle
varie sfere del diritto…” le battute finali dei congressisti. La tre giorni, conclusa
oggi qui a Vargem Grande nei pressi di San Paolo, ha offerto non solo un nuovo pensiero
giuridico, ma piste concrete di applicazione già sperimentate. In questa fase di
cambiamento e crisi, la fraternità, assunta a categoria giuridica, si è mostrata
come una lente che fa vedere e attuare “il nuovo”. “Fraternità” significa “inversione
di tendenza”: ricorda alla giustizia il volto di ciascuno, fa uscire da un diritto
soggettivo individuale e lo apre alla visione dell’umanità come un “noi”. Fa del Diritto
non una mera produzione di norme, ma uno strumento per sanare relazioni spezzate.
Fraternità significa ancora creatività: nasce l’adozione giuridica del cittadino detenuto,
gruppi di ricerca sulla fraternità come paradigma giuridico. E potremmo continuare.
Fraternità e diritto. Una proposta “di grande interesse, di enorme importanza sociale,
cruciale per la società, per la cultura e la civiltà” come ha detto il Card. Odilo
Schrerer, arcivescovo di San Paolo intervenuto ieri pomeriggio. “E’ stato individuato
un filone d’oro - ha ancora detto il cardinale - occorre continuare a scavare per
offrire questo oro a tutti”. La continuità è assicurata: già annunciati nuovi progetti.