Vescovi peruviani contro la depenalizzazione dei rapporti sessuali con minori
“La sentenza del Tribunale Costituzionale lascia indifesi gli adolescenti di fronte
ai loro aggressori”. Questa la dura presa di posizione della Conferenza episcopale
peruviana contro la sentenza che depenalizza i rapporti sessuali con adolescenti perché
“lascia aperta la possibilità che siano vittime di sfruttamento sessuale, prostituzione
infantile, pederasti, gravidanze non desiderate e aborti, ma anche indifesi nei confronti
di adulti che possono manipolarli con facilità per guadagnarsi il loro consenso”.
In un comunicato, la Plenaria dell’episcopato conclusa, ieri, a Lima, denuncia che
la nuova normativa costituisce una violazione dell’articolo 4 della Costituzione che
stabilisce l’obbligo dello Stato di proteggere il bambino e l’adolescente. Allo stesso
modo, la sentenza contravviene l’articolo 6 che riconosce il dovere e il diritto dei
genitori di educare in sicurezza i propri figli, perche “la liberalizzazione dei rapporti
sessuali con e tra gli adolescenti limita e indebolisce il loro compito di preparare
adeguatamente i ragazzi affinché possano formare la propria famiglia nei valori fondamentali
per la costruzione di una società veramente umana”. I vescovi peruviani ricordano
che Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace 2013 afferma
che non “è giusto codificare in maniera subdola falsi diritti o arbitrii, che, basati
su una visione riduttiva e relativistica dell’essere umano minacciano il diritto fondamentale
alla vita”. In tal senso, aggiunge l’episcopato, bisogna tutelare il diritto dei genitori
e il loro ruolo primario nell’educazione dei figli in primo luogo nell’ambito morale
e religioso. In conclusione, la Chiesa peruviana esorta le autorità del Tribunale
Costituzionale e i poteri dello Stato a fare un passo indietro con questa modifica
che viola la Costituzione e danneggia gravemente la persona umana, i giovani e il
bene comune di tutto il Paese. (A cura di Alina Tufani)