2013-01-26 15:37:57

La Resistenza ebraica italiana e la Shoah dei bambini. Per una "memoria" rinnovata


RealAudioMP3 "Molti ebrei italiani, dopo l'otto settembre, pur rischiando il doppio dei non-ebrei, scelsero l'opposizione, la Resistenza al fascismo, il rifiuto. E' sbagliato separare la storia della Shoah da quella della Resistenza al nazi-fascismo. Bisogna recuperare la dimensione degli ebrei come combattenti, non solo vittime ". Lo spiega la storica Ersilia Alessandone Perona, ricordando la mostra multimediale "A noi fu in dato in sorte questo tempo 1938-1947", frutto degli studi di Alessandra Chiappano, singolare e brillante figura di ricercatrice, insegnante e organizzatrice culturale, scomparsa prematuramente l'estate scorsa. La Chiappano ricostruì in quell'esposizione le vicende di un gruppo di giovani ebrei piemontesi che, spinti dalle leggi razziali del '38, cominciarono ad incontrarsi. Poi il '43, la scelta della Resistenza, la persecuzione, la deportazione, la morte. Ma sono numerose le pagine della storia della Shoah ancora inesplorate che permettono di evitare il rischio di una memoria ripetitiva e banale dell'Olocausto. "Gli studi della Chiappano sulla deportazione delle donne sono fondamentali in questo senso - spiega Bruno Maida, storico dell'Università di Torino - ma anche il suo lavoro sulla resistenza ebraica aiuta a comprendere com'è avvenuta la costruzione dell'identità italiana riflessa nella nostra costituzione. Molti ebrei, che avevano perso l'idea di cittadinanza con le leggi razziali, la recuperano proprio attraverso la resistenza". Il prof. Maida ha appena dato alle stampe per Einaudi il volume "La Shoah dei bambini. La persecuzione dell'infanzia ebraica in Italia 1938-1945". "Raccontare le vicende dei bambini vittime della persecuzione dei loro diritti e della loro vita significa riicordare i 900 bambini deportati e uccisi ad Auschwitz, le migliaia di bambini che rimasero nascosti in quei drammatici venti mesi e che vissero e crebbero nella paura. I bambini 'più fortunati', che avevano sei anni nel '38 e poi sopravvissero alle persecuzioni, trascorsero tutta l'infanzia in quella che è stata chiamata 'l'attesa della catastrofe'. Un'esperienza determinante per tutta la loro esistenza. Parlarne significa ricordare un pezzo di storia italiana". (A cura di Fabio Colagrande)







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