Il Papa alla Rota Romana: la carenza di fede può ferire la validità del matrimonio
La carenza di fede può ferire i beni del matrimonio: procreatività, fedeltà coniugale
e indissolubilità. E’ quanto affermato, sabato, da Benedetto XVI nel discorso ai componenti
del Tribunale della Rota Romana ricevuti in udienza per l’inaugurazione dell’Anno
giudiziario. Il Papa ha ribadito che l’attuale crisi di fede porta con sé una crisi
dell'unione coniugale e ha sottolineato che il rifiuto della proposta divina conduce
a uno squilibrio profondo in tutte le relazioni umane. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
La cultura contemporanea,
afferma il Papa, pone alla famiglia “pressanti sfide” a causa del suo “accentuato
soggettivismo e relativismo etico e religioso”. In particolare, osserva, c’è chi pone
in contrasto la libertà della persona con “la capacità stessa dell’essere umano di
legarsi” per tutta la vita. C’è, infatti, una “mentalità diffusa” che porta a pensare
che la persona “diventi se stessa rimanendo ‘autonoma’ ed entrando in contatto con
l’altro solo mediante relazioni che si possono interrompere in ogni momento”:
“A
nessuno sfugge come sulla scelta dell’essere umano di legarsi con un vincolo che duri
tutta la vita influisca la prospettiva di base di ciascuno, a seconda cioè che sia
ancorata a un piano meramente umano, oppure si schiuda alla luce della fede nel Signore”.
“Solo aprendosi alla verità di Dio, infatti – aggiunge - è possibile comprendere,
e realizzare nella concretezza della vita anche coniugale e familiare, la verità dell’uomo
quale suo figlio, rigenerato dal Battesimo”. Il Papa rivolge, così, il pensiero alla
indissolubilità del patto tra un uomo e una donna. Un patto, constata, che “non richiede,
ai fini della sacramentalità, la fede personale dei nubendi”. Ciò che si richiede,
“come condizione minima necessaria – sottolinea – è l’intenzione di fare ciò che fa
la Chiesa”:
“Ma se è importante non confondere il problema dell’intenzione
con quello della fede personale dei contraenti, non è tuttavia possibile separarli
totalmente”.
Al riguardo, il Papa cita un documento del 1977 della Commissione
teologica internazionale, nel quale si evidenziava che, qualora “non si avverta alcuna
traccia della fede in quanto tale” si pone “il problema di sapere” se “l’intenzione
generale e veramente sacramentale” sia “presente o no, e se il matrimonio è contratto
validamente o no”. Di qui, si sofferma a riflettere sul bene coniugale e sul suo elemento
essenziale. Il Papa cita Sant’Agostino che parla di tre beni: procreatività, fedeltà
coniugale e indissolubilità. E avverte che non si deve prescindere “dalla considerazione
che possano darsi dei casi nei quali proprio per l’assenza di fede, il bene dei coniugi
risulti compromesso e cioè escluso dal consenso stesso”:
“Con le presenti
considerazioni, non intendo certamente suggerire alcun facile automatismo tra carenza
di fede e invalidità dell’unione matrimoniale, ma piuttosto evidenziare come tale
carenza possa, benché non necessariamente, ferire anche i beni del matrimonio, dal
momento che il riferimento all’ordine naturale voluto da Dio è inerente al patto coniugale”.
Il
Papa non manca di riconoscere le difficoltà “da un punto di vista giuridico e pratico,
di enucleare l’elemento essenziale” del bene coniugale. Al contempo, evidenzia che
sulla problematica della validità del matrimonio, “soprattutto nel contesto attuale,
occorrerà promuovere ulteriori riflessioni”. Il Papa ricorda così quei Santi che hanno
vissuto l’unione matrimoniale, “nella prospettiva cristiana”, e così sono riusciti
“a superare anche le situazioni più avverse, conseguendo talora la santificazione
del coniuge e dei figli con un amore sempre rafforzato da una solida fiducia in Dio”:
“Proprio
queste esperienze, contrassegnate dalla fede, fanno comprendere come, ancor oggi,
sia prezioso il sacrificio offerto dal coniuge abbandonato o che abbia subito, se
– riconoscendo l’indissolubilità del vincolo matrimoniale valido – riesce a non lasciarsi
‘coinvolgere in una nuova unione… In tal caso il suo esempio di fedeltà e di coerenza
cristiana assume un particolare valore di testimonianza di fronte al mondo e alla
Chiesa’(Familiaris Consortio)”.