2013-01-26 15:40:16

Giornata per la Giustizia in India. Il card. Gracias: basta con la violenza contro le donne!


Si celebra, domani, nell’arcidiocesi di Mumbai, in India, la “Giornata di solidarietà per la Giustizia, la sensibilizzazione e l'uguaglianza tra sessi”, voluta dal cardinale Oswald Gracias, arcivescovo e presidente della Conferenza episcopale indiana. L’iniziativa vuole mobilitare le coscienze dopo il caso di stupro avvenuto a New Delhi, che ha riacceso il dibattito sulla violenza contro le donne. Ce ne parla Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

Per 24 ore, la comunità cattolica dell'arcidiocesi di Mumbai darà vita a incontri, seminari e iniziative di vario genere. Inoltre, in ogni parrocchia, convento, seminario si terrà un'ora di preghiera, dalle 18 alle 19 di sera. In occasione di questa iniziativa, la Conferenza episcopale indiana ha ribadito che “le violenze contro donne e bambini sbricioleranno i pilastri della società indiana e saranno un ostacolo sul cammino verso la pace e la prosperità”. Per sconfiggere queste piaghe - dicono i vescovi - è fondamentale la "formazione totale della persona, a cui devono contribuire genitori, insegnanti, anziani, leader spirituali e autorità", mentre sono inutili "provvedimenti disumanizzanti come la pena di morte o la castrazione chimica". Il desiderio di vendetta "deve lasciare il posto al perdono", ricordando che "la vita umana è dono prezioso di Dio, che nessuno ha il diritto di portare via". Anche l’Alto Commissario dell’Onu per i Diritti Umani, Navi Pillay, esprimendo giudizi positivi su un recente rapporto, che ha fatto luce sulle reali dimensioni del fenomeno nella realtà sociale indiana, ha esortato a promuovere l’uguaglianza e a combattere qualsiasi discriminazione. E sul caso di stupro, punta dell’iceberg di quella che è una drammatica emergenza, Susy Hodges ha intervistato il card. Oswald Gracias:

R. – Yes: that’s been absolutely horrific, this case which happened, it rose the …
Sì, è stato veramente orrendo, questo caso che ha sollevato le coscienze del Paese intero: la brutalità, il modo in cui è stata perpetrata la violenza su questa ragazza ha scosso il Paese, ci sono state tante manifestazioni di protesta, anche da parte della Chiesa. Nella Messa di Natale ho parlato, ovviamente, della Venuta di Gesù; ho detto che il rifiuto di Gesù porta ad atti di questo genere e ho detto anche che questo problema riguarda tutti. Una delle conseguenze della vicenda è stata la creazione di una Commissione, nell’ambito della mia arcidiocesi, per parlare di questo terribile atto. Quali sono le cause? Perché ci sono tante manifestazioni di violenza nei riguardi delle donne, di mancanza di rispetto nei riguardi delle donne? Perché le donne sono trattate come oggetti? Siamo giunti alla conclusione che siano necessarie misure protettive per ottenere rispetto per la persona e quindi rispetto per la donna e, ancora, rispetto della legge. Per questo abbiamo scelto domani per la nostra campagna di preghiera, che si svolgerà sostanzialmente nell’arcidiocesi di Mumbai: però, abbiamo invitato chiunque voglia ad unirsi a noi. In ogni chiesa si terrà un’ora di preghiera o un confronto, una processione silenziosa, per sensibilizzare tutti sul fatto che si tratta di un argomento importante che ci riguarda tutti. Credo che l’iniziativa avrà un grande impatto.

D. – Come lei ha detto, quel brutale stupro di gruppo ha galvanizzato le coscienze dell’India e quelle del mondo. Ma ci vuole tempo per cambiare i comportamenti e la mentalità della gente … Lei non teme che si possa tornare a considerare “normale” che gli uomini possano trattare le donne come esseri inferiori, una volta svanito il ricordo di questi casi un po’ “speciali”?

R. - Exactly! I’m afraid that will happen, and that’s why I thought we should use …
E’ proprio così. Temo che possa accadere, ed è per questo che ho pensato che dobbiamo usare questa occasione per cercare di cambiare l’impostazione mentale delle persone: questo è fondamentale. Cambiare la mentalità della gente. Io credo che le nostre istituzioni, le nostre scuole abbiano un grande ruolo da svolgere. Io ho chiesto alle nostre scuole e alle nostre parrocchie di formare i nostri bambini e di insegnare alle famiglie il rispetto per la bambina, per la donna fin dalla sua vita in casa, ad ottenere per lei il rispetto della società. Spero che possano esserci risultati. Ovviamente, la nostra attenzione cade prima di tutto sulle nostre comunità cattoliche nell’arcidiocesi di Mumbai e sulla comunità cattolica in India. Confidiamo che, attraverso le nostre scuole, le nostre pubblicazioni e attraverso il contesto che noi viviamo, possiamo influenzare anche l’altra parte della società civile, in modo tale che sia pur gradualmente, la città di Bombay si possa trasformare, l’India possa trasformarsi e che possiamo, quindi, fare la differenza!

D. – La famiglia della ragazza che ha subito lo stupro di gruppo e che è morta in seguito alle ferite riportate, ha chiesto la pena di morte per coloro che hanno ucciso la loro figlia. Ma, ovviamente, la Chiesa non approva la pena di morte...

R. – Yes. I am happy you asked this question, because everybody is angry about …
Sì: le sono grato di aver posto proprio questa domanda, perché tutti sono molto scossi per quanto è accaduto, e quindi reagiscono istintivamente: chiedono il massimo della pena, perché hanno ucciso e quindi - dicono - a loro volta devono morire. Ma non si dovrebbero nutrire sentimenti di vendetta: io comprendo i genitori che sono sconvolti e feriti, ma dobbiamo riuscire a guardare le cose in modo non istintivo. Questa situazione deve cambiare. Sicuramente, la Chiesa non approva la pena di morte: noi riteniamo che la pena capitale non sia appropriata. Solo Dio può dare la vita, e solo Dio può riprenderla; inoltre, la pena capitale non ha effetto deterrente sulle persone. La Chiesa – io l’ho detto – è sicuramente contraria.







All the contents on this site are copyrighted ©.