Sono almeno 500 milioni nel mondo i minori, tra i 3 e i 14 anni, che vivono in strada.
Lo rivela un rapporto dell’Unicef. Quella dei bambini di strada è un’emergenza sociale
che coinvolge non solo i Paesi in via di sviluppo, ma anche quelli industrializzati.
Si stima che per il 2020 arriveranno ad essere 800 milioni. Di questo si è parlato
stamani al secondo forum del Rotary International all’università Lumsa di Roma. A
seguire l’evento c’era per noi Alessandro Filippelli:
Privati
dei loro diritti fondamentali: il diritto alla protezione, all’istruzione e all’accesso
ai servizi essenziali come l’assistenza sociale e sanitaria. Sono i “bambini di strada”.
Da alcuni anni il Rotary International promuove iniziative specifiche sostenendoli
con alcuni progetti, Valeria Galletti, presidente RC Roma Cassia:
“Grazie
alla capillarità del Rotary, che è presente in tutti i continenti con un milione e
200 mila soci, è veramente possibile dare un aiuto ed un sostegno. Quello che noi
stiamo facendo è dare sostegno ad alcune case-famiglia. Abbiamo incominciato con l’Argentina,
poi siamo passati all’Ecuador ed ora ci stiamo orientando verso il Cairo”.
Questi
bambini vivono come possono finendo nel vortice della droga e della prostituzione.
Spesso sono i genitori a mandarli in strada a lavorare perché le famiglie hanno bisogno
dei loro guadagni per sopravvivere. Ma in alcuni casi una famiglia non ce l’hanno
o perché abbandonati o perché i genitori sono vittime di guerre e malattie. Ancora
Valeria Galletti: ….
“Dietro ai bambini di strada c’è una quantità di miliardi
che gira in maniera assolutamente vorticosa, collegata soprattutto con il traffico
di droga, la pedopornografia e gli espianti di organi”.
Ma il fenomeno
non risparmia neppure i centri urbani del mondo industrializzato, compresa l’Italia:
Nicoletta Calizia, sociologa e criminologa di Telefono Azzurro:
“C’è
molto da fare, ancora, e per questo motivo Telefono Azzurro, con vari servizi, con
vari strumenti che mette a disposizione, che vanno dal 114 emergenza infanzia e il
116000, che è il servizio per i bambini scomparsi, che è stato affidato al Ministero
degli Interni, cerca di colpire tutto quello che c’è dietro – quindi lo sfruttamento,
la tratta di bambini. Ma questi fenomeni hanno una riduzione molto rallentata”.