2013-01-26 15:52:17

Anno giudiziario in Italia: allarme carceri sovraffollate e corruzione


Carceri sovraffollate, prescrizioni, entrata in politica di ex magistrati, corruzione e accentuata presenza mafiosa sul territorio. Sono i temi che, da Milano a Palermo, hanno maggiormente caratterizzato i discorsi d'inaugurazione dell’anno giudiziario 2013. Nel capoluogo lombardo, alla presenza Mario Monti, il presidente della Corte d’Appello Mario Canzio ha aperto il discorso segnalando l’allarme del sovraffollamento degli istituti di pena “che accomuna la quasi totalità delle case circondariali”. Canzio ha chiesto pene alternative e sottolineato il primato italiano a livello europeo per numero di prescrizioni. Nel suo discorso, un riferimento anche al comportamento della magistratura, per la quale ha invocato “equilibrio, moderazione, sobrietà e riservatezza, anche sul piano dei rapporti con i media e con la politica". A Roma la cerimonia è stata aperta dal Procuratore Generale presso la Corte d’Appello Luigi Campoli che ha denunciato il “dilagare spregiudicato della corruzione”, la massiccia presenza della mafia nei più disparati settori economici del Paese e la necessità di maggiore attenzione ai casi di violenza domestica e ai delitti sulle donne. È intervenuto anche Giorgio Santacroce, presidente della Corte d’Appello, che si è espresso sulla candidatura di ex magistrati alle elezioni di febbraio: “Non trovo nulla da eccepire, ha sottolineato, ma Piero Calamandrei diceva che quando per la porta della magistratura entra la politica, la giustizia esce dalla finestra". Anche a Firenze il procuratore generale Francesco d’Andrea si è pronunciato sul tema, affermando la necessità di un’iniziativa legislativa in materia. Il presidente della Corte di Palermo Vincenzo Oliveri, dopo aver presentato dati allarmanti sul monopolio delle attività criminali da parte delle organizzazioni mafiose con un rilevante aumento di frodi e tangenti, ha denunciato la distanza della politica dalla gente: un'Italia che troppo spesso "ignora i bisogni del Paese". Sotto accusa anche la lunghezza di processi, la carenza dell’organico e l’aumento del 50% dei casi di malasanità. A Torino, esempio di ottimo funzionamento della giustizia secondo la Banca Mondiale, il procuratore generale Marcello Maddalena ha invece puntato il dito contro le candidature delle toghe e sulla legge anticorruzione ha denunciato che “nulla si fa per rompere quel vincolo omertoso che lega corrotto e corruttore”. A Torino è intervenuto anche il ministro della Giustizia, Paola Severino, che ha smorzato la polemica sui pm in politica e parlato della legge sulla corruzione come di “un sicuro passo in avanti per la credibilità internazionale del nostro Paese”. A Catanzaro il procuratore generale Consolo ha polemizzato sulla proposta ministeriale della riforma delle piante organiche invocando più magistrati per la sua regione: “La ‘ndrangheta non è un problema locale ma nazionale, però è sempre in Calabria che trova i suoi collegamenti perché è qui che ci sono i legami di sangue”. All’Aquila, infine, il presidente della Corte Schirò, sulla sentenza in merito alle responsabilità della Commissione Grandi Rischi nel terremoto del 2009, ha detto: “Le critiche, anche aspre, alle sentenze devono rispettare la dignità e il rilievo costituzionale della funzione giurisdizionale, senza trasformarsi in una denigrazione”. (A cura di Lorenzo Pirovano)







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