2013-01-25 14:27:42

L'Egitto ancora in piazza a due anni dalla caduta di Mubarak


Giornata carica di tensione in Egitto a due anni dalla caduta del presidente Mubarak. Si segnalano lanci di lacrimogeni e tafferugli intorno a piazza Tahrir, cuore della rivolta del 2011. Sedici i feriti accertati. Ce ne parla Benedetta Capelli:RealAudioMP3

“Pane, libertà, giustizia sociale”: è lo slogan che due anni fa migliaia di egiziani scandivano in Piazza Tahir. Giorni e notti con le televisioni di tutto il mondo a trasmettere immagini di giovani accampati nel cuore del Cairo, determinati a far cadere il trentennale regime di Hosni Mubarak. A due anni di distanza, lo stesso slogan viene ancora ripetuto: segno che la volontà di cambiamento è ancora forte e presente. Ieri, il presidente Morsi ha chiesto di celebrare l’anniversario in modo “pacifico e civile”, i Fratelli Musulmani, formazione dalla quale proviene il capo dello Stato, hanno deciso di non prendere parte alle manifestazioni. Nel mirino di chi protesta c’è proprio Morsi, colpevole di aver tradito i principi di democrazia e libertà – ispiratori della Primavera araba – attraverso misure di tipo estremista, accentrando gran parte del potere su di sé e cambiando la Costituzione. In questo clima di confusione politica, è anche grave la situazione economica, con il crollo degli investimenti esteri, il calo del turismo e il congelamento delle misure – per il rischio di rivolte popolari – varate per far fronte al prestito di 4,8 miliardi di dollari erogato dal Fondo monetario internazionale (Fmi). L'opinione di Paolo Gonzaga, giornalista esperto di questioni egiziane:

"L’Egitto non è riuscito a riprendere stabilità e non ha varato una Costituzione immediatamente, come si sarebbe dovuto fare, e tutto questo ha portato il Paese alla bancarotta. L’Egitto oggi ha 15 miliardi di dollari in valuta estera nelle proprie casse, e basta... Il bilancio positivo, invece, è quello della mentalità: in Egitto, nessuno si sarebbe immaginato che Mubarak potesse essere cacciato da una rivolta popolare. Oggi, la gente parla di politica e sono nati tanti giornali e quotidiani indipendenti. In qualche modo, in Egitto si è respirato in questi due anni un’aria di maggiore libertà".

Ma oggi, il clima è aggravato pure dalla sentenza, prevista per domani, sulla strage di Port Said, costata la vita a oltre 70 persone circa un anno fa. Allora, gravi disordini scoppiarono durante una partita e pesanti accuse furono formulate all’indirizzo della polizia che non sarebbe prontamente intervenuta e anzi avrebbe provocato gli incidenti. Ad Alessandria d’Egitto, in segno di protesta, un gruppo di ultras ha bloccato i binari della metropolitana.







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