Messaggio del card. Turkson per la Giornata per la pace in Terra Santa
“Opera la pace chi ama e serve la vita nella sua integralità”: è questo il titolo
del messaggio che il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio
Giustizia e Pace, ha diffuso in occasione della quinta “Giornata internazionale di
intercessione per la pace in Terra Santa”. L’iniziativa di preghiera, che si terrà
domenica prossima, 27 gennaio, nasce con il patrocinio dal dicastero vaticano e dalla
volontà di alcune associazioni cattoliche giovanili. Per l’edizione 2013, si prevede
il coinvolgimento di circa tremila città del mondo, unite alle comunità dei luoghi
del Signore nella condivisione e nel sostegno delle loro necessità.
“L’aspirazione
alla pace – scrive il cardinale Turkson – coincide con il desiderio dello sviluppo
integrale di tutti e di ciascuno”. Il porporato prende quindi spunto dal Messaggio
di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace del primo gennaio 2013, intitolato
“Beati gli operatori di pace”, per ribadire che la pace e il bene comune si realizzano
attraverso il rispetto e la promozione della vita umana “a cominciare dal suo sorgere,
dal suo svilupparsi e sino alla sua fine naturale”. Centrale, in questo senso, il
legame che il cardinale Turkson evidenzia tra l’educazione alla pace e la nuova evangelizzazione,
poiché è dall’incontro con Dio e dalla comunione con Lui che “derivano una nuova visione
dei rapporti tra persone e istituzioni, una nuova morale, nuove culture, nuove scale
di beni-valori, nuove scelte, nuovi atteggiamenti e stili di vita, novi umanesimi”.
Quindi, il porporato rimarca come “in un contesto che tende ad emarginare Dio e ad
essere indifferente nei suoi confronti”, una comunione più profonda con Lui rende
gli uomini capaci di “farsi portatori di un nuovo modello di sviluppo e di un concetto
di bene comune più completo e più aperto alla trascendenza”.
Di qui, l’esortazione
del cardinale Turkson a essere “operatori di pace a trecentosessanta gradi, tutelando
ed implementando tutti i diritti ed i doveri dell’uomo e delle comunità”, poiché “la
pace ed il bene comune si perseguono comunitariamente, realizzando il bene pieno di
ogni essere umano, di ogni popolo”. Infine, il presidente del Pontificio Consiglio
Giustizia e Pace esorta i fedeli a dare il proprio contributo, attraverso la preghiera,
“a quella delicata porzione di Chiesa in Medio Oriente” e, in particolare, invita
i giovani a “forgiare la vita sul Vangelo”, nella sequela di Cristo che ci chiede
sempre di essere “operatori di pace”. (I.P.)