Mali: guerra silenziata ai media, continuano gli scontri tra francesi e islamisti
Proseguono le operazioni di guerra in Mali, dove all’offensiva dei ribelli islamisti
che occupano le regioni del Nord, si oppongono le truppe francesi scese in campo accanto
all’esercito governativo, senza ancora un mandato dell’Onu, mentre il primo contingente
della Forza africana di sostegno a Bamako è diretto verso il centro del Paese. E ieri,
la notizia della spaccatura in seno ai ribelli da parte dei moderati dell’Azawad,
pronti a trattare con la Francia. Il servizio di Roberta Gisotti:
13 giorni di
intervento armato in Mali sono costati finora alla Francia 30 milioni di euro, ha
dichiarato il ministro delle Difesa francese Jean-Yves Le Drian. Difficile invece
valutare i costi umani di questa guerra che già registra violazioni dei diritti umani,
come esecuzioni sommarie e altre atrocità, tanto che Human Rights Watch ha
chiesto l’invio di osservatori. Fabio Bucciarelli, fotoreporter in Mali, ci
conferma la preoccupazione per una guerra ‘silenziata’ ai media:
R. - Sono
a Segoù dove fanno base i giornalisti. Nei giorni scorsi sono stato a Niono, attendendo
la liberazione di Jabali da parte delle truppe francesi. Siamo andati a Jabali, dopo
quattro giorni di attesa e abbiamo trovato una città distrutta dai bombardamenti degli
elicotteri francesi. Una cosa che ci tengo a precisare è che in questo momento c'è
un forte blackout sui media. I francesi non fanno accedere alle front-line
e, come dicevo, prima di arrivare a Jabali, che era la città contesa nella zona ovest
del Paese, abbiamo atteso quattro giorni. Nel momento che siamo arrivati non abbiamo
visto né feriti, né morti, né combattimenti. E' la guerra più surreale che abbia coperto.
I francesi non vogliono fare accedere ai campi di battaglia. Quello che i giornalisti
internazionali stanno facendo è seguire le truppe francesi, una volta che le zone
sono state liberate. L'altro ieri sono andato sul fronte Nord, a Mopti, a Sevaré;
in quel caso sono arrivato a 25 km da Sevaré e i checkpoint delle truppe del Mali
non ci hanno fatto passare e siamo dovuti tornare indietro.
D. - Quindi è molto
diffcile fare valutazioni? Ad esempio, le agenzie ci dicono che il primo contingente
della Forza africana autorizzata all'intevento in Mali ha iniziato ieri a muoversi
verso il centro del Paese?
R. - Un po' dappertutto ci sono militari e checkpoint
sparsi tra diverse città però non fanno avvicinare alle zone di combattimento, quindi
notizie di prima mano sul fronte non ci sono.
Intanto, dalle Caritas della
regione del Sahel giunge un appello per un intervento immediato a sostegno della popolazione
civile del Mali. E’ urgente quindi l’apertura di corridoi umanitari per fornire beni
di prima necessità ed anche aiuto psicologico. Da gennaio, altri 9 mila profughi si
sono aggiunti ai 400 mila già presenti tra sfollati interni al Mali e rifugiati nei
Paesi limitrofi.