Il Papa: portare "la luce gentile della fede" nei social network, non sono
mondi paralleli
I social media hanno bisogno dell’impegno di tutti i credenti. E’ l’esortazione
di Benedetto XVI nel Messaggio per la 47.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni
Sociali incentrato sul tema “Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi
di evangelizzazione”. Nel documento, pubblicato ieri, il Papa sottolinea dunque che
bisogna portare il Vangelo nei social network. Le reti sociali, scrive, non
sono mondi paralleli e possono essere strumento di evangelizzazione e fattore di sviluppo
umano. Il servizio di Alessandro Gisotti:
I social
network sono alimentati “da aspirazioni radicate nel cuore dell’uomo”. Benedetto
XVI parte da questa constatazione per sviluppare il suo pensiero sull’importanza delle
reti sociali per i cristiani. Questi spazi, osserva, “quando sono valorizzati bene
e con equilibrio”, “possono rafforzare i legami di unità tra le persone e promuovere
efficacemente l’armonia della famiglia umana”. E avverte che le persone che vi partecipano
“devono sforzarsi di essere autentiche”, perché in questi spazi “in ultima istanza
si comunica se stessi”. Al contempo, annota il Papa, la cultura dei social network
pone “sfide impegnative a coloro che vogliono parlare di verità e di valori”. Il Papa
non nasconde che a volte, “la voce discreta della ragione può essere sovrastata dal
rumore delle eccessive informazioni” e non trova l’attenzione di chi invece si esprime
“in maniera più suadente”. Ma proprio per questo, i social media hanno bisogno
dell’impegno di tutti coloro che “sono consapevoli del valore del dialogo, del dibattito
ragionato”. Anche perché, scrive, “dialogo e dibattito possono fiorire e crescere
anche quando si conversa e si prendono sul serio coloro che hanno idee diverse dalle
nostre”.
Il Papa rivolge dunque il pensiero proprio all’impegno dei credenti
nelle reti sociali. E indica nell’essere inclusivi, la versa sfida dei social network.
I credenti, è la riflessione del Papa, “avvertono sempre più” che se il Vangelo non
è fatto conoscere “anche nell’ambiente digitale, potrebbe essere assente nell’esperienza
di molti per i quali questo spazio esistenziale è importante”. E ribadisce: “L’ambiente
digitale non è un mondo parallelo o puramente virtuale”, ma è “parte della realtà
quotidiana di molte persone, specialmente dei più giovani”. Il Papa soggiunge che
l’uso dei social network è richiesto “non tanto per essere al passo coi tempi,
ma proprio per permettere” al Vangelo di “raggiungere le menti e i cuori di tutti”.
Evidenzia quindi che l’autenticità dei credenti nelle reti sociali “è messa in evidenza
dalla condivisione della sorgente della loro speranza e della loro gioia: la fede”.
Una condivisione che deve consistere nella testimonianza del Vangelo, perché è la
persona di Gesù Cristo a rispondere alle domande più radicali dell’uomo. Anche nell’ambiente
digitale, “dove è facile che si levino voci dai toni troppo accesi e conflittuali”
e a volte prevale il sensazionalismo – è il suo monito – “siamo chiamati a un attento
discernimento”.
I cristiani sono dunque chiamati a portare nei social network
la “luce gentile della fede”, come diceva il Beato Newman. I social network,
prosegue, “oltre che strumento di evangelizzazione, possono essere un fattore di sviluppo
umano”. E constata che le reti “facilitano la condivisione delle risorse spirituali
e liturgiche” e, anzi, possono “anche aprire ad altre dimensioni della fede”. Molte
persone, infatti, scoprono on line esperienze di fede, di comunità o anche
di pellegrinaggio. E così, rendendo il Vangelo “presente nell’ambiente digitale” si
possono invitare le persone a vivere incontri di preghiera e celebrazioni in luoghi
concreti, come chiese e cappelle. Il Papa conclude il suo messaggio con un’esortazione
ai fedeli affinché non ci sia “mancanza di coerenza o di unità nell’espressione”
e testimonianza del Vangelo sia nella realtà fisica che in quella digitale.