Forum economico di Davos. Grandi assenti organizzazioni non governative e del terzo
settore
Una sorta di risposta all’annuncio del premier britannico, sul referendum per la permanenza
britannica in Europa, è venuta dalla cittadina svizzera di Davos, dove ieri si è aperto
il Forum Economico Internazionale con gli interventi del premier italiano, Mario Monti,
e il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. Sentiamo
Giovanni Del Re:
“Abbiamo bisogno
disperatamente di europei che vogliono esserlo e non di europei che non lo vogliono”.
Ha ottenuto forti applausi il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, nel
suo discorso ieri a Davos. L’Europa, in effetti, era tra i principali invitati di
questa prima giornata. Non si riferiva al premier britannico, David Camerun - assicurerà
il suo entourage - ma il commento del leader italiano è giunto proprio nel giorno
del discorso del capo del governo di Londra. In proposito Monti ha dichiarato di essere
sicuro che sì, vi sarà un referendum, e ha detto: “I britannici voteranno per restare
nell’Unione Europea”. Indirettamente un commento sul discorso di Camerun è giunto
anche dal direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde,
che ha parlato di sfide enormi per il Vecchio Continente. L’Europa – ha detto – si
trova in uno storico processo d’integrazione e questo anche con il Regno Unito. Un
ruolo cruciale ha però anche l’Italia, e qui Monti ha ricordato che il Paese ora è
molto diverso da quello che era un anno fa.
Grandi assenti all'appuntamento
di Davos, le organizzazioni non governative e del terzo settore. Lo denuncia l’economista
Stefano Zamagni al microfono di Federico Piana:
R. – In
un forum del genere, il mondo dell’associazionismo è completamente dimenticato: pensiamo
alle Ong, le organizzazioni non governative; il mondo del volontariato pure è totalmente
assente. Inoltre, in ambito specificamente economico, tutta la variegata galassia
di imprese sociali, cooperative sociali, fondazioni di comunità che sono la vera ricchezza
di una società, sono completamente abbandonate. Allora mi chiedo: qual è lo sguardo
che a Davos viene utilizzato per leggere le res novae di questa fase storica? Se io
indosso un certo tipo di occhiale, è chiaro che vedrò la realtà in una certa luce.
Una riunione di questo tipo, che ha un impatto notevole non solo a livello culturale
ma anche sui chi prende le decisioni politiche, possibile che trascuri almeno oltre
la metà di quel che avviene nelle nostre società? Quindi, c’è questa idea secondo
cui il mondo dell’impresa debba essere rappresentato solo da coloro che hanno come
funzione obiettiva la massimizzazione del profitto, come se fare impresa volesse dire
questo.
D. – Uscirà qualcosa di concreto da questo Forum?
R. – Se devo
applicare i canoni della razionalità, vedendo come la pensano quelli che vi partecipano,
conoscendo i loro background culturale e soprattutto la loro agenda, cioè a dire il
sistema di interessi, dico ‘no’. Ovviamente, ci sarà sempre la ciliegina sulla torta
per cercare di accontentare i media …