2013-01-23 15:19:10

Appello del Papa per le popolazioni di Giakarta colpite dalle alluvioni


Particolare “preoccupazione” ha espresso ieri mattina Benedetto XVI - al termine dell’udienza generale - per le notizie allarmanti che giungono dall’Indonesia, dove “una grande alluvione ha devastato la capitale Giakarta provocando vittime, migliaia di sfollati e ingenti danni”. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Proseguono incessanti le piogge alluvionali, che la scorsa settimana hanno devastato Giakarta, allagata per oltre metà del suo territorio, causando una ventina di morti e migliaia di senzatetto: oltre 40 mila le persone evacuate. Grande l’apprensione di Benedetto XVI per le sorti degli abitanti - oltre 10 milioni - di questa megalopoli:

“Desidero esprimere la mia vicinanza alle popolazioni colpite da questa calamità naturale, assicurando la mia preghiera e incoraggiando alla solidarietà affinché a nessuno manchi il necessario soccorso”.

Ad aggravare la situazione nel Paese asiatico ieri si è registrato un terremoto nell’isola di Sumatra, che ha ucciso una bimba di 8 anni e ferito altre 7 persone. Da Giakarta, padre Silvano Laurenzi, missionario Saveriano, fornisce le ultime notizie:

R. – La situazione è ancora molto grave perché continua a piovere, anche se ci sono stati due giorni in cui è piovuto un po’ meno. Ci sono zone in cui le persone ancora non possono rientrare. C’è oltre un metro d’acqua, in alcuni punti anche due. Anzi, c’è una zona del nord della città, un quartiere d'élite, che è ancora sott’acqua, non si sa se oltre cinque metri sott’acqua … Non si sa cosa si possa fare per questa povera gente. Qui a Giakarta sfociano 13 fiumi: quindi anche se magari non piove, però arriva l’acqua da lassù...

D. – Sappiamo che le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza fino al 27 gennaio...

R. – Hanno fissato questa data perché hanno detto che il 26 e il 27 saranno i due giorni più gravi, perché il mare avrà l’alta marea. Quindi, oltre all’inondazione per le piogge l’acqua arriverà anche dal mare.

D. – Quindi, si tratta di predisporre misure perché non ci siano altri morti?

R. – Certamente. Però, anche il governo cosa può fare? Stanno correndo di qua e di là, dove chiamano dai cellulari chiedendo aiuto, specie con i bambini piccoli, e già incominciano le epidemie. E’ un’emergenza! Lunedì prossimo noi tutti sacerdoti abbiamo un incontro con il vescovo: si parlerà certamente anche di questo.

D. – Ma gli aiuti dall’esterno, arrivano?

R. – Gli aiuti – il cibo e le medicine – arrivano. Ci sono molti medici nei centri di aiuto, dove sono state montate tende d’emergenza: la gente sta lì, al freddo… Povera Indonesia! O tsunami, o terremoti, o alluvioni, c’è sempre qualcosa. E qui a pagare è sempre la povera gente, anche se stavolta l’acqua è arrivata fin nelle zone agiate, al Palazzo presidenziale.

D. – C’è da stare ancora molto in apprensione, forse bisogna pregare…

R. – Certamente sì: la preghiera, la fede, la forza, la speranza. Vediamo cosa succederà.

D. – Quindi, è importante comunque che la comunità internazionale non dimentichi questa povera gente, anche dopo la grande emergenza…

R. – Io due, tre giorni fa, parlavo tramite "Skype" con le mie sorelle, che vivono a San Benedetto del Tronto. Mi hanno detto che la televisione italiana ha parlato solo una volta di questa alluvione: pensa un po’! Se non viene sensibilizzata un po’ la gente per queste disgrazie così gravi... Tutti stiamo soffrendo.

Ultimo aggiornamento: 24 gennaio







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