Al via il Forum Economico mondiale di Davos. Apre Monti : fiducia sul futuro dell’Italia
Crisi finanziaria globale al centro del Forum Economico Mondiale di Davos, in Svizzera.
Nel tardo pomeriggio di ieri l’intervento inaugurale affidato al premier italiano
Mario Monti. Subito dopo in programma il discorso della presidente del Fondo Monetario
Internazionale, Christine Lagarde. Il servizio di Giampiero Guadagni: L'atmosfera verso
l'Italia è cambiata e oggi sento rispetto, fiducia nella stabilità e concreto interesse
per investimenti nel Paese. Così Mario Monti nel suo intervento di stasera al Forum
di Davos. Il premier uscente, e candidato alle prossime elezioni, denuncia che per
anni l'Italia non ha colto le sfide della globalizzazione e dell'innovazione, scegliendo
la politica della procrastinazione e l'illusione che si poteva rimanere uguali nonostante
il mondo cambiasse. Le riforme, aggiunge Monti, sono un processo senza fine. Ma due-tre
anni sono un periodo abbastanza significativo per vedere i frutti di quelle già fatte
e di quelle addizionali di cui c'è bisogno. Ad esempio: la riduzione del debito non
si può più fare attraverso le tasse. Anche scelte che sembrano impopolari, sottolinea
Monti, possono conquistare sostegno nell'opinione pubblica se illustrate a dovere
e se mostrano che gli sforzi di riforma sono distribuiti equamente nella società.
Monti si dice insomma fiducioso sul futuro dell'Italia: il risanamento prosegue, la
crescita riprenderà dal secondo semestre del 2013. Una sottolineatura questa che segue
le previsioni al ribasso formulate dal Fondo monetario internazionale, che taglia
le stime anche per le altre economie dell'Eurozona così come di Stati Uniti e Giappone. Grandi
assenti all'appuntamento di Davos, le organizzazioni non governative e del terzo settore,
come denuncia l’economista Stefano Zamagni al microfono di Federico Piana: R. – In un forum
del genere, il mondo dell’associazionismo è completamente dimenticato: pensiamo alle
Ong, le organizzazioni non governative; il mondo del volontariato pure è totalmente
assente. Inoltre, in ambito specificamente economico, tutta la variegata galassia
di imprese sociali, cooperative sociali, fondazioni di comunità che sono la vera ricchezza
di una società, sono completamente abbandonate. Allora mi chiedo: qual è lo sguardo
che a Davos viene utilizzato per leggere le res novae di questa fase storica? Se io
indosso un certo tipo di occhiale, è chiaro che vedrò la realtà in una certa luce.
Una riunione di questo tipo, che ha un impatto notevole non solo a livello culturale
ma anche sui chi prende le decisioni politiche, possibile che trascuri almeno oltre
la metà di quel che avviene nelle nostre società? Quindi, c’è questa idea secondo
cui il mondo dell’impresa debba essere rappresentato solo da coloro che hanno come
funzione obiettiva la massimizzazione del profitto, come se fare impresa volesse dire
questo.
D. – Uscirà qualcosa di concreto da questo Forum?
R. – Se devo
applicare i canoni della razionalità, vedendo come la pensano quelli che vi partecipano,
conoscendo i loro background culturale e soprattutto la loro agenda, cioè a dire il
sistema di interessi, dico ‘no’. Ovviamente, ci sarà sempre la ciliegina sulla torta
per cercare di accontentare i media …