Messico: in 15 giorni 40 morti, ricatti e minacce anche a sacerdoti e membri della
Chiesa
Il vescovo della diocesi di Netzahualcoyotl, mons. Luis Hector Morales Sánchez, ha
denunciato che i sacerdoti che lavorano nella parte orientale dello Stato di Mexico
sono stati minacciati di morte da membri della criminalità organizzata. Almeno 10
parroci della diocesi di Netzahualcoyotl, che comprende anche i comuni di Ixtapaluca
mexiquenses e Los Reyes La Paz, hanno dovuto dare soldi alle organizzazioni criminali
per evitare di essere uccisi. In alcune dichiarazioni alla stampa, raccolte dall’agenzia
Fides, il vescovo ha detto che ci sono anche una serie di ministri della Chiesa cattolica
che hanno ricevuto minacce telefoniche, a cui però non hanno dato importanza. "Per
fortuna, ringraziando Dio, non ci sono da piangere morti e violenza, piuttosto c'è
una violenza psicologica, attraverso l'estorsione. Sono pochi i sacerdoti che hanno
dato del denaro, altri sono stati in grado di gestire la situazione. Per fortuna abbiamo
avuto il sostegno delle autorità in questi casi difficili" ha detto il vescovo. Le
autorità dello Stato di Mexico hanno espresso preoccupazione per l'ondata di omicidi
nelle ultime due settimane: quasi 40 morti nella capitale e nella periferia. Per il
Procuratore di questo Stato, Miguel Angel Contreras, c'è un rapporto fra l'aumento
della violenza e la presenza crescente di bande criminali, i "cartelli" La Familia
Michoacana, Los Zetas e un nuovo gruppo chiamato Guerreros Unidos. Le autorità della
capitale invece non concordano con questa ipotesi. Secondo i dati del governo del
Presidente Enrique Peña Nieto, la violenza della criminalità ha lasciato più di 70.000
morti durante il governo (2006-2012) del suo predecessore, Felipe Calderón. (R.P.)