Al via il secondo mandato di Obama: ora più che mai l’America sia unita
Bagno di folla a Washington per la cerimonia di inaugurazione del secondo mandato
di Barack Obama. Circa 800 mila persone hanno partecipato all’evento, nel giorno in
cui l’America festeggiava Martin Luther King. Nel suo discorso inaugurale, durato
poco meno di 20 minuti, Obama ha messo l’accento sui valori fondanti dell’America:
libertà ed eguaglianza. Il presidente ha quindi dichiarato che è finito un decennio
di guerre e che gli Stati Uniti sosterranno la democrazia in ogni luogo, dall’Africa
al Medio Oriente. Da Washington, il servizio di Francesca Baronio:
Con l’ancora
nella Costituzione, il presidente Obama guarda avanti e apre il suo secondo mandato
nel segno dell’uguaglianza. "L’America è il Paese delle opportunità" e Obama ha chiesto
all’America di agire per trasportare nell’oggi i valori del passato. Le sfide per
i prossimi 4 anni sono, dunque, tese a garantire uguali diritti per tutti. In primis
l’economia: la ripresa c'è e deve essere rispettosa delle classi meno abbienti. Giusto
quindi occuparsi del bilancio, anche rivedendo la spesa sanitaria, ma senza smantellare
l’impegno nei confronti dei cittadini. Parti fondamentali del discorso anche l’accoglienza
degli immigrati e la nuova attenzione ai cambiamenti climatici. Infine, la politica
estera: l’America sarà sempre il guardiano della democrazia del mondo ma l’epoca delle
guerre è finita, una pace durevole non necessità di una guerra perenne. E per finire
una citazione di Martin Luther King “Portiamo luce e libertà ad un futuro incerto”.
Per
un commento sul discorso di Obama, Alessandro Gisotti ha intervistato l’americanista
de “La Stampa”, Alberto Simoni:
R. – Secondo
me, la cosa che resta è proprio quel parlare sempre dei padri fondatori e della necessità
di rendere attuale il loro messaggio, cioè di dargli una realizzazione pratica. Questa
è la sfida della generazione di Obama.
D. – Sicuramente è un discorso che guarda
più all’interno che all’esterno. C’è anche questa voglia di ripartire dell’America
in un modo diverso...
R. – Sicuramente. Ha detto che ci siamo lasciati alle
spalle il periodo più difficile ed ora è la crescita il tema chiave. E’ un discorso
rivolto ai problemi che hanno gli americani oggi: la classe media che fatica, il numero
sempre crescente di poveri, il grande divario che c’è tra i sempre più poveri e i
sempre più ricchi. Sono tutte questioni che Obama pone in un’ottica particolare: nella
riduzione di questo gap sta la sua missione. Ecco quindi l’appello sottotraccia
ai repubblicani a collaborare, perché da soli non si va da nessuna parte. E’ un passaggio
che si può leggere appunto in un duplice senso: da un punto di vista della politica
estera, ma anche all’interno. Gli americani non possono fare tutto da soli. La responsabilità
è fondamentale, per poter trainare tutto il Paese.
D. – Il presidente ha toccato
alcuni temi come gay, immigrazione e riscaldamento globale. Su questo si è visto un
Obama meno unificatore, più polarizzatore...
R. – Sicuramente sì. Non per niente,
l’ex presidente Jimmy Carter ha definito il discorso di Obama quello più progressista
che abbia mai sentito. E’ chiaro che Obama ieri è stato molto specifico. Ha toccato
temi che scaldano soprattutto il cuore di una parte dell’America e di gran parte del
suo elettorato. E’ chiaro che parlare di diritti degli omosessuali, parlare di questi
temi, non contribuisce certamente a rendere più morbido il terreno di confronto con
i repubblicani. La stessa questione del clima non trova un terreno comune nell’approccio
negli Stati Uniti. E’ probabile che ci saranno degli scontri, ma è anche vero che
i presidenti americani, nel secondo mandato, ormai liberi da scadenze elettorali,
non più obbligati a ricercare la rielezione, possono veramente mettere in pratica
quella che è sempre stata in origine la loro vera visione del Paese. Non dimentichiamoci
che nel 2008, Barack Obama veniva dipinto come un candidato estremamente “liberal”
da una parte del mondo repubblicano. In questi primi quattro anni, queste sue tendenze
si sono un po’ mitigate, anche per ragioni elettorali, per la sua capacità di cercare
un compromesso. Adesso i temi che Obama pone agli americani sono molto, molto netti.