20 anni del Catechismo: credere in Dio rende liberi
La fede cristiana si basa sul credere in Dio come Persona e alla verità della sua
Parola accettata liberamente, non sull'accettazione di alcune affermazioni che Lo
riguardano. Lo spiega con chiarezza il Catechismo della Chiesa Cattolica, che nel
2013 celebra il 20.mo di pubblicazione. A questo aspetto dedicata l'11.ma puntata
del suo ciclo il gesuita, padre Dariusz Kowalczyk:
Diciamo: “Io
credo”, oppure “Io non credo”. Ma come comprendiamo la parola “credere”? Il Catechismo
ci dice che “credere” ha “un duplice riferimento: alla persona e alla verità” (CCC
177). Il primato però appartiene sempre alla persona; il nucleo della fede consiste
quindi in un’adesione personale dell’uomo a Dio, è non nel ripetere le frasi, magari
vere, su Dio. Benedetto XVI scrive con chiarezza: “All’inizio dell’essere cristiano
non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento,
con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte” (Deus caritas est, 1).
Professiamo la fede "apostolica" e questo vuol dire che la nostra fede è radicata
nell’incontro degli Apostoli con Gesù di Nazareth. Quel incontro costituisce il fondamento
di nostri incontri personali con Dio che si fa sperimentare attraverso il creato,
nei fatti della vita e nei nostri cuori.
Il secondo riferimento, menzionato
dal Catechismo, cioè la verità, vuol dire che la fede è anche “l’assenso libero a
tutta la verità che Dio ha rivelato” (CCC 150). Professiamo il Credo come l’insieme
delle verità rivelate da Dio e custodite dalla Chiesa. Tali verità però non sono filosofia
riferita a Dio, ma nascono da un evento concreto, cioè dalla Persona di Gesù Cristo.
La fede cristiana costituisce dunque una risposta dell’uomo alla persona di Gesù e
alle sue parole e opere (cfr. CCC 142). Quella risposta da un lato esprime la libertà
dell’uomo, e dall’altro costituisce un atto di obbedienza (cfr. Rm 1,5). Nel Catechismo
leggiamo che “obbedire nella fede è sottomettersi liberamente alla Parola ascoltata”
(CCC 144). Quindi, obbedienza a Dio non si oppone alla nostra libertà. Anzi, tale
obbedienza, scelta liberamente, permette di essere veramente se stessi. Così come
lo possiamo vedere nell’esempio di vita di Vergine Maria.