2013-01-21 12:45:48

Ciad: prime dichiarazioni di mons. Russo rientrato a Doba


“Bisogna adesso più che mai continuare il dialogo. La Chiesa è in Ciad anche per questo. Evangelizzazione e promozione umana vanno di pari passo. Quando una delle due parti rinuncia al dialogo, assume un atteggiamento autoreferenziale e dittatoriale, è lì che nasce il problema” dice il vescovo di Doba, mons. Michele Russo, in un’intervista inviata all’agenzia Fides da padre Alfonso M. Bruno, dei Francescani dell’Immacolata. Mons. Russo è tornato in Ciad l’8 gennaio, dopo essere stato espulso dal governo di quel Paese il 12 ottobre 2012, dopo che una sua omelia, tradotta in lingua gambay, era stata trasmessa da una radio locale. Mons. Russo afferma che prevede di incontrare presto il Primo Ministro e il Ministro della Comunicazione. “Ci tengo a chiarire - sottolinea il vescovo - la faccenda della traduzione della mia omelia, ritrasmessa dalla radio diocesana. La nostra emittente, ‘La Voix du paisan’, gestita con competenza dai Francescani dell’Immacolata, aveva ricevuto un richiamo formale, ma non è mai stata sospesa dal governo, così come qualche media in Italia ha dichiarato. Il direttore è padre Clemente Bonou che non poteva valutare le sfumature della lingua gambay, essendo lui di nazionalità beninese. Il traduttore ci avrà pur messo qualcosa di suo, ma non capisco perché il ministero della comunicazione non abbia voluto la registrazione della mia omelia e si sia solo basato sulla traduzione di un prete ciadiano”. Nella sua omelia mons. Russo aveva criticato la gestione dei proventi del petrolio estratto in Ciad. “Il Ciad ha tutte le carte in regola per essere un Paese sviluppato. Conta solo undici milioni di abitanti! Basterebbe per soli venti giorni recuperare i proventi del suo petrolio per costruire tutte le infrastrutture che mancano” ribadisce il vescovo. “Le compagnie petrolifere hanno costruito qualche ospedale senza medici né attrezzature, e uno stadio da calcio a Doba, dove non c’è nemmeno il pallone da gioco! Oltre ad essere iniquo, il contratto sullo sfruttamento del petrolio è decaduto! Venne studiato per trecento pozzi di petrolio. Oggi ne sono attivi duemila”. “In questo Anno della Fede - conclude mons. Russo - confidiamo che con l’opera di evangelizzazione e di moralizzazione della società, attraverso l’istruzione e l’esempio della carità, si possa elevare l’insieme del Ciad, un Paese che amo, per il quale sono contento di spendermi, senza temere qualsiasi forma di ricatto o di ritorsione. La mia azione pastorale è in comunione con il resto dell’episcopato per un’opera pacifica e costruttiva, dove la Chiesa cattolica è in prima linea per lo sviluppo ed apprezzata anche dai non cristiani”. (R.P.)







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