2013-01-21 15:25:58

Assisi. Capitolo generale dei Frati Conventuali per eleggere il successore di San Francesco


Novantanove Frati Minori Conventuali, provenienti dai cinque continenti, in rappresentanza di 65 nazioni sono riuniti fino al 17 febbraio ad Assisi per eleggere il successore di San Francesco nel 200.mo Capitolo generale. L’appuntamento, che si ripete ogni sei anni, compie otto secoli di storia. Attualmente, la famiglia è guidata da padre Marco Tasca: l’elezione del nuovo ministro generale avverrà il prossimo 29 gennaio. Sul significato del Capitolo generale, Paolo Ondarza ha intervistato il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento, padre Enzo Fortunato:RealAudioMP3

R. – Un momento direi tra i più forti della Famiglia francescana conventuale: 99 frati si ritrovano ogni sei anni – provenienti da cinque continenti, 65 nazioni – non solo per fare una verifica del sessennio trascorso, ma anche per eleggere il ministro generale, il successore di San Francesco, e programmare il prossimo sessennio. La cosa importante è che questi capitolari si ritroveranno “a tu per tu” con San Francesco.

D. – Ci si ritroverà “a tu per tu” con San Francesco sia perché si è al cospetto della tomba del “Poverello di Assisi”, ma anche perché quest’anno il capitolo è giunto alla sua 200.ma elezione, ad 800 anni dal primo Capitolo…

R. – Sono trascorsi 800 anni di storia: pensiamo a quel primo momento, nel 1209, quando San Francesco, con i primi 12 compagni, si ritrovò davanti al Papa che approvò il primo momento fondativo. Benedetto XVI ha ricordato una cosa bellissima: la Regola francescana sa di perennità, perché è innervata dal Vangelo ed il Vangelo è perenne, è una parola eterna, fresca, viva.

D. – Punti fermi, dunque, il Vangelo e la Regola di San Francesco: entrambi vanno calati nei contesti in cui voi vi trovate, 65 nazioni…

R. – Io penso, solo per dare uno sguardo all’Italia, a quello che i Francescani Conventuali stanno vivendo: accanto ai carcerati, con i tossicodipendenti o a coloro che soffrono di alcolismo. Oppure, penso a chi, come noi, si occupa di comunicazione. Direi che il carisma francescano abbraccia, davvero, un po’ i colori della vita. Credo che nel carisma francescano ci siano realtà molto, molto forti, che toccano il cuore di ogni uomo e di ogni cultura. Penso alla fraternità: l’uomo ha un bisogno forte di essere accolto, ascoltato ed incoraggiato e la fraternità è una risposta a questo anelito profondo del cuore umano. Penso anche alla dimensione della pace: Gesù è la nostra pace e ci dà la possibilità di portare una parola di amore dove c’è odio. Il cuore dell’uomo desidera, ovunque si trovi, la pace. Francesco è una risposta a questo.

D. – Questa risposta sarà poi quella che dovrà essere “presentata” all’uomo contemporaneo da chi succederà a San Francesco, ovvero, da chi sarà eletto da questo Capitolo generale…

R. – Sicuramente. È molto positivo e incoraggiante – ha constatato l’attuale ministro generale – il dato relativo ad un consistente sviluppo numerico di frati, in alcuni continenti come Asia, Africa ed America Latina. Si guarda a questi continenti non solo come possibilità vocazionali, quindi di crescita numerica dei frati, ma anche come sfide che da queste culture giungono a noi. Stiamo parlando di territori martoriati dalla povertà, da disuguaglianze, da persecuzioni. Penso ai tanti cristiani perseguitati: i Francescani li accolgono, li difendono e fanno di tutto per far sì che il martirio e la fatica diventino seme di nuove vocazioni, di cristiani che rispondono al Vangelo.







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