"Sos Villaggi dei bambini" compie 50 anni. I nuovi progetti di assistenza
Cinquant’anni di attività a favore dei bambini privi di cure familiari o a rischio
di perderle. "Sos Villaggi dei Bambini" raggiunge nel 2013 un traguardo importante,
preparandosi ad affrontare le nuove sfide a sostegno dell’infanzia e delle famiglie
in stato di necessità. Lorenzo Pirovano ha intervistato Elena Cranchi,
responsabile comunicazione della Onlus:
R. – Il nostro
grande lavoro, quest’anno, sarà approfittare di questa celebrazione per ricordare
l’importanza dell’accoglienza in quello che noi costruiamo, che è un ambiente familiare,
come pure l’importanza del lavoro con la famiglia, per riuscire a ricompattarla, e
poi evidentemente l’attivazione di una serie di servizi che possono essere di supporto
alle famiglie per prevenire quello che chiamiamo l’abbandono, o comunque una situazione
che poi porta per forze di cose alla rottura di equilibri.
D. – Quali sono
gli obiettivi che avete raggiunto in questi 50 anni?
R. – Abbiamo raggiunto
traguardi molto importanti, tra cui partecipare all’Osservatorio nazionale per l’infanzia
e l’adolescenza. Poi, abbiamo ovviamente creato nuovi servizi a sostegno dell’infanzia
e delle famiglie. I numeri che abbiamo toccato sono numeri importanti: ci prendiamo
cura di più di 628 tra bambini e ragazzi e il nostro successo, evidentemente, diventa
significativo nel momento in cui i bambini e i ragazzi riescono a tornare a vivere
con la loro famiglia. Il cuore dell’associazione è dare accoglienza ai bambini e ai
ragazzi privi di cure familiari, e lavorare con i genitori dei bambini.
D.
– Come sono cambiate le esigenze e le difficoltà delle famiglie?
R. – Sicuramente,
la crisi economica può amplificare o esasperare un disagio familiare. In Italia abbiamo
notato come effettivamente uno stato di povertà, che costringe molte famiglie a dover
necessariamente ritrovare degli equilibri o a dover recuperare una fiducia che magari
è già in bilico per altre ragioni, i problemi vengono sicuramente amplificati. Tutto
questo, poi, accanto ad un welfare che sta via via scomparendo. Mentre prima avevamo
tantissime richieste che venivano mosse dai Servizi sociali per accogliere i bambini
nei villaggi Sos, oggi le richieste da parte dei servizi sociali sono più basse: mancano
effettivamente i soldi che possano permettere alle strutture pubbliche e di conseguenza
al privato sociale di accogliere i bambini.
D. – Quali sono i progetti futuri
di "Sos Villaggi dei Bambini"?
R. – Aumentare i servizi, continuare a fare
il rafforzamento familiare, sensibilizzare, mantenere in vita tutti i servizi che
fino ad oggi noi abbiamo dato al territorio. Sicuramente, a Torino, oltre ad occuparci
dell’asilo nido, apriremo anche il nostro intervento sulle comunità e sui centri di
accoglienza per donne vittime di violenza, con i loro bambini.