Angelus. Il Papa: i cristiani camminino verso l'unità. No stragi di civili, serve
coraggio del dialogo
La preghiera per l’unità dei cristiani e un appello perché cessino “le stragi di civili
inermi nel mondo” sono stati i due temi che hanno interessato la riflessione di Benedetto
XVI all’Angelus di ieri mattina in Piazza San Pietro. Una riflessione ispirata dal
Vangelo della domenica incentrato sull’episodio delle nozze di Cana. Il servizio di
Alessandro De Carolis:
L’ottimo vino
che Gesù procura agli sposi in difficoltà, durante il loro banchetto a Cana di Galilea,
è un segno di “gioia dell’amore”, ma più ancora simbolo del sangue col quale Cristo
sigillerà, tre anni più tardi, “il suo patto nuziale” con l’umanità”. Alle persone
radunate nel colonnato del Bernini, trapuntato di ombrelli e battuto dalla pioggia,
Benedetto XVI ricorda il significato profondo del primo miracolo di Gesù: sua manifestazione
al mondo e insieme segno sponsale verso la Chiesa, da Cristo resa – afferma il Papa
– “santa e bella”. E tuttavia, santità e bellezza sono ogni volta una conquista:
“Questa
sposa, formata da esseri umani, è sempre bisognosa di purificazione. E una delle colpe
più gravi che deturpano il volto della Chiesa è quella contro la sua unità visibile,
in particolare le storiche divisioni che hanno separato i cristiani e che non sono
state ancora del tutto superate.
La Chiesa nel mondo vive, come ogni anno
in questo periodo, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, “un momento
– ha sottolineato Benedetto XVI – sempre gradito ai credenti e alle comunità”, perché
“risveglia il desiderio e l’impegno spirituale per la piena comunione”. Così è stato,
ha ricordato il Pontefice, con la veglia da lui vissuta il 29 dicembre scorso con
i giovani della comunità di Taizé. E così sarà, ha proseguito, quando venerdì prossimo,
25 gennaio, presiederà i tradizionali Vespri ecumenici di conclusione della Settimana,
nella Basilica di San Paolo:
“Incoraggio tutti a pregare insieme affinché
possiamo realizzare ‘Quello che esige il Signore da noi’, come dice quest’anno il
tema della Settimana; un tema proposto da alcune comunità cristiane dell’India, che
invitano a camminare con decisione verso l’unità visibile tra tutti i cristiani e
a superare, come fratelli in Cristo, ogni tipo di ingiusta discriminazione”.
E
dal desiderio di una Chiesa finalmente unita, la preghiera del Papa all’Angelus si
dilata a tutto il pianeta, per diventare quasi l’abbraccio di un padre in pena per
le troppe guerre fratricide e per gli orrori quotidiani che esse provocano:
“Nei
diversi conflitti purtroppo in atto, cessino le stragi di civili inermi, abbia fine
ogni violenza, e si trovi il coraggio del dialogo e del negoziato”.
Al
termine della preghiera mariana, Benedetto XVI ha salutato le persone presenti in
sei lingue, oltre all’italiano, invitando tutti a pregare perché i cristiani tornino
a essere presto “una cosa sola”. In particolare, in lingua portoghese, il Papa ha
invocato la protezione di Maria sulle famiglie affinché, ha detto, in ogni casa cristiana,
“rimanga viva la fiamma della fede, dell’amore e dell’armonia”.