Vendola "apre" a Monti. Bersani dice no alla patrimoniale
Il leader di Sel, Nichi Vendola, apre a Monti, seppur con molte condizioni. Per Vendola,
“il premier fa autocritica e corregge alcune delle sue controriforme è un fatto positivo,
si può costruire un compromesso importante”. Intanto il segretario del Pd Bersani
mette in guardia: chi prende più voti governa. Giampiero Guadagni:
Nichi Vendola
apre a Monti, Ingroia chiude al Pd. La sinistra guarda dunque in modo diverso al dopo
voto. Quella del leader di Sel, alleato del Pd, sembra una vera svolta. Se Monti fa
autocritica e corregge alcune delle sue controriforme, dice Vendola, è possibile costruire
un compromesso importante sulle riforme. Parole che provocano dure critiche da avversari
politici come il segretario della Lega, Maroni; e da potenziali alleati, come il leader
dell’Italia dei Valori, Di Pietro. Monti è il vero nemico, sostiene da parte sua il
leader di Rivoluzione civile, Ingroia, che dice no al patto di desistenza con il Pd
e anzi annuncia la rottura con Bersani. Da parte sua il candidato premier del centrosinistra,
che ha presentato la candidatura di Ambrosoli per la presidenza della Regione Lombardia,
replica: mai pensato alla desistenza, semmai ad un atto di responsabilità per battere
Berlusconi. Ma il tema centrale della campagna elettorale è la crisi. Bersani sottolinea:
non bisogna inseguire la recessione con una manovra dietro l’altra. Quanto all’ipotesi
di patrimoniale sollecitata da Vendola, Bersani dice: abbiamo già l’Imu che va resa
progressiva. Imu che invece Berlusconi intende subito abolire sulla prima casa. Il
Pdl intanto è alle prese con la questione etica nella composizione delle liste dei
candidati: rinuncia in modo polemico l’ex ministro Scajola, nessun passo indietro
invece da Dell’Utri.