Stop al mercurio: 140 Paesi firmano l'accordo per ridurne l'utilizzo
Raggiunto nella notte a Ginevra l’accordo sul testo di una Convenzione internazionale
sul mercurio, che consentirà di diminuire, a livello mondiale, le emissioni di questo
metallo pesante, molto tossico per la salute e per l'ambiente. Ad annunciarlo il Programma
delle Nazioni Unite per l'ambiente e la Svizzera, che, insieme alla Norvegia, ha avviato
questo processo dieci anni fa. Hanno firmato il documento oltre 140 Paesi. Sull’importanza
dell’accordo, Salvatore Sabatino ha intervistato Nicola Pirrone, direttore
dell’Istituto sull'inquinamento atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche:
R. – L’importanza
maggiore sta nel fatto che questo accordo pone l’accento su un problema ormai annoso
come quello dell’impatto dell’incremento da mercurio sulla salute dell’uomo e sugli
ecosistemi. Il maggiore risultato di questa negoziazione è proprio aver accettato
l’esistenza del problema, che qualcosa andava fatto. Le decisioni sono state abbastanza
importanti.
D. - L’accordo consentirà di diminuire a livello mondiale le emissioni
di mercurio molto tossiche per la salute e per l’ambiente. Ma quali sono i danni che
questo metallo pesante può provocare?
R. – I danni sono tanti. Al sistema nervoso
centrale e anche al sistema cardio-circolatorio, alla funzionalità di molti organi,
come i reni. Tutto questo riguarda soprattutto quelle popolazioni maggiormente esposte,
che utilizzano mercurio nelle varie lavorazioni artigianali; in questi casi può provocare
danni irreversibili.
D. – C’è poi un altro problema che è quello dello smaltimento
del mercurio, che è ancora da affrontare seriamente…
R. – Questo è uno dei
problemi più importanti, perché il mercurio è stato già eliminato da molti processi
industriali, come la produzione da soda caustica e molti impianti hanno sostituito
le particelle al mercurio con altre tecnologie e, quindi, questo ha determinato una
produzione di mercurio disponibile, che in qualche modo va ricollocato in depositi
ad hoc.
D. - Quali sono gli oggetti in cui è presente questo metallo pesante?
R.
– Molti. Questo metallo pesante è l’unico che a temperatura ambiente è allo stato
liquido e presenta caratteristiche di conducibilità elettrica molto elevate e quindi
è stato impiegato in molti beni di largo consumo, come i beni elettronici; è utilizzato
anche nella farmacopea, quindi in molti farmaci, che prima o poi vanno a finire nei
rifiuti. Sappiamo che i rifiuti possono andare a finire negli inceneritori o nelle
discariche e in ogni caso diventa un problema da gestire.
D. - E’ molto utilizzato
anche nell’ambito dell’odontoiatria. Lì c’è un contatto diretto……
R. - Questo
è stato uno dei temi in discussione nell’ambito della negoziazione che si è conclusa
questa notte. Sì, c’è un impatto diretto, viene utilizzato come amalgama nelle otturazioni
dentarie e l’impatto è diretto: il mercurio gassoso viene rilasciato in bocca e penetra
facilmente tutte le barriere fino ad arrivare al cervello.
D. – Lei dirige
un centro che coordina, tra le altre cose, anche un programma di osservazione a scala
globale sul mercurio. Quali sono le vostre principali attività?
R. – Noi lavoriamo
sulle problematiche di mercurio ormai da oltre 15 anni. Abbiamo costituito questo
centro di riferimento nazionale attraverso un accordo tra il Consiglio Nazionale delle
Ricerche e il Ministero dell’ambiente per candidare l’Italia ad essere uno dei Paesi
guida nella implementazione del futuro trattato internazionale sul mercurio. Stiamo
realizzando un sistema di osservazione a scala globale, che misura le concentrazioni
in atmosfera e nelle precipitazioni. Questo sta avvenendo grazie a un grosso progetto
finanziato dalla Commissione europea e coinvolge circa 40 Paesi in tutto il mondo.
Il nostro istituto ha l’onere e l’onore di coordinare questo grande programma internazionale
che sta ponendo le basi per l’implementazione del futuro trattato. Come sappiamo,
infatti, nei trattati occorre verificare l’efficacia delle misure di riduzione dell’emissione,
se poi effettivamente determinano una riduzione delle concentrazioni nell’ambiente
e, quindi, poi l’impatto sulla catena alimentare e sulla salute dell’uomo.