2013-01-19 11:06:35

Kenya: i vescovi chiedono pace e giustizia a Tana River


“Siamo addolorati e scioccati dalle violenze e i morti in questa parte del Paese, ma siamo ancor più sorpresi del fatto che, nonostante una massiccia presenza di agenti e forze di sicurezza dispiegati per prevenire questi episodi e gli incontri per la pace e la riconciliazione, nulla sia cambiato”: a scriverlo sono i vescovi del Kenya di ritorno da un sopralluogo nella zona di Tana River, teatro di violenze che negli ultimi cinque mesi hanno causato circa 200 vittime. In una nota della commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale (Cjpc) inoltrata all'agenzia Misna al termine della visita, i vescovi rivolgono un appello alle popolazioni, sottolineando che “la violenza genera violenza” e che bisogna fermare “la spirale delle vendette, prima che queste coinvolgano l’intera regione”. Il distretto di Tana River, nella provincia meridionale costiera del Paese, è stato più volte in passato epicentro di attacchi e scontri tra le comunità rivali Pokoma, per lo più agricoltori, e Orma, nomadi e allevatori, per il controllo dei terreni e delle fonti idriche. Fonti di stampa e interlocutori locali tuttavia, ipotizzano che la recrudescenza nelle ostilità dallo scorso settembre ad oggi, possa essere alimentata da politici locali e interessi di società straniere per lo sfruttamento dei terreni agricoli della zona. A conferma di questa lettura, i vescovi chiedono alle autorità di “indagare circa i collegamenti tra il conflitto e possibili interessi di forze straniere o di pochi individui” assicurando alla giustizia “tutti coloro che risulteranno coinvolti in omicidi e distruzione di proprietà”. Nel documento, firmato tra gli altri dai vescovi di Malindi e Mombasa, Emanuel Barbara e Boniface Lele, si chiede al governo di Nairobi una “investigazione indipendente per valutare le accuse di omesso soccorso nei confronti delle forze di polizia” e di affrontare “i fattori strutturali del conflitto e l’incertezza associata al sistema di distribuzione delle terre e alla scarsa presenza di forze di sicurezza”. (R.P.)







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