2013-01-19 15:14:27

Hein (Cir): nuovo parlamento migliori la legge sul diritto d'asilo per i rifugiati


Dalla nuova legislatura italiana ci si aspetta una svolta nel diritto di asilo. E’ l’appello lanciato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, appoggiato dal Consiglio italiano rifugiati (Cir): entrambi chiedono di includere il tema dell’asilo nelle agende di tutte le forze politiche. Sono migliaia i rifugiati che in Italia sono costretti a vivere in condizioni non dignitose. “E’ evidente che la questione debba ormai essere riorganizzata in modo strutturale”, spiega Christopher Hein, direttore del Cir, che chiede di superare la gestione emergenziale che negli anni ha “contribuito a sperperare risorse pubbliche e rendere l’integrazione dei rifugiati sempre più complessa”. Francesca Sabatinelli lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – Qualche progresso in questi ultimi anni è stato fatto per garantire una migliore protezione dei rifugiati richiedenti asilo in Italia, questo non è da sottovalutare. Innanzitutto, bisogna dire, ciò è avvenuto grazie alla necessità di convertire la normativa comunitaria in legge nazionale. Quindi, abbiamo adesso quello che non avevamo dieci anni fa, una base per partire. Tra i nodi sui quali adesso vogliamo veramente spingere le varie forze politiche in campo a impegnarsi, già durante la campagna elettorale, ma anche dopo, c’è innanzitutto la necessità di un programma per favorire l’integrazione per chi in Italia è stato accolto come rifugiato. In questo momento, purtroppo, bisogna dire che non c’è alcuna possibilità per fare il primo passo verso l’accesso al mercato del lavoro, verso un alloggio autonomo. Un altro aspetto è quello dell’accoglienza. E’ stato ampiamente documentato quante persone che avrebbero il diritto di avere un posto in una struttura di accoglienza si trovano letteralmente per strada. Questi sono temi da affrontare organicamente. Per questo vogliamo, di nuovo, spingere verso una legge organica, una legge chiara, su tutti gli aspetti che riguardano questo fondamentale diritto costituzionale ad ottenere asilo. Speriamo che, con un nuovo governo, un nuovo parlamento, ci sia una maggiore sensibilità su questo tema.

D. – Un aspetto fondamentale sono i finanziamenti. Il Cir ha già denunciato che anche su quello ci sono stati drastici tagli…

R. – C’è stata la decisione del governo di cancellare un’altra volta il fondo dell'8 per mille di diretta gestione dello Stato, deviando integralmente i fondi alla Protezione civile, quando la legge prevede anche l’assistenza ai rifugiati. Ho parlato della mancanza di un fondo nazionale per l’integrazione: avevamo questo fondo, ma è stato cancellato e noi pensiamo eventualmente anche ad azioni legali.

D. - Spesso, anche i media enfatizzano l’allarme rifugiati, l’allarme arrivi. Ricordiamo che in Italia la percentuale di rifugiati è veramente molto esigua rispetto anche ad altri Paesi europei…

R. – Sì e vorrei di nuovo sottolineare che, se mettiamo a confronto le statistiche di asilo in Italia con Paesi paragonabili nell’Unione Europea – come la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, ma anche con Paesi ben più piccoli, come la Svizzera, l’Olanda e la Svezia – vediamo che l’Italia accoglie un numero non molto elevato di richiedenti asilo e rifugiati. E’ vero che le modalità di arrivo sui barconi a Lampedusa, attraversando il mare, le tragedie del mare, evocano uno scenario catastrofico, ma dal punto di vista quantitativo non ha alcun paragone con altri Paesi in Europa. Persino nel 2011, che in Italia sono arrivati 37 mila richiedenti asilo, l’Italia non è stata al primo posto in Europa, ma c’era la Germania e a seguire la Francia.







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