2013-01-19 08:17:48

Attacco in Algeria: dura condanna dall'Onu. Liberati oltre 100 ostaggi


La vicenda degli ostaggi sequestrati in Algeria da un gruppo di terroristi vicini ad Al Qaida, ieri al centro della riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Ferma la condanna dell’organismo nei confronti dell’attacco condotto dai miliziani, al quale ha risposto duramente l’esercito algerino. Il Consiglio di sicurezza ha fatto inoltre appello agli Stati affinché cooperino attivamente con le autorità algerine, nel rispetto delle leggi internazionali antiterrorismo. Intanto, sarebbero stati liberati decine di ostaggi, mentre altri rimangono ancora nelle mani dei terroristi. Il servizio di Amina Belkassem:RealAudioMP3

Restano confuse e contraddittorie le notizie che giungono dal profondo sud algerino dove da mercoledi' un gruppo armato affiliato ad Al Qaida per il Maghreb islamico ha preso in ostaggio centinaia di lavoratori nel campo gasiero di In Amenas. Secondo un bilancio provvisorio fornito da fonti della sicurezza algerine, sarebbero 12 gli ostaggi stranieri e algerini rimasti uccisi nell'operazione lanciata ormai da piu' di 24 ore dall'esercito algerino. 18 invece i jihadisti uccisi. Sui 132 stranieri sequestrati, un centinaio sarebbero pero' stati liberati oltre a quasi 600 algerini. Il gruppo armato parla invece di 7 stranieri tenuti ancora in ostaggio: tre belgi, due americani, un britannico e un giapponese. In cambio del loro rilascio ha chiesto a Washington la liberazione di 2 prigionieri accusati di terrorismo.

Con questo episodio l’Algeria torna ad avere a che fare con il terrorismo, una piaga che colpì duramente il Paese nord-africano già negli anni scorsi. Fausta Speranza ne ha parlato con Angelo Turco, esperto di Africa e docente all’Università Iulm di Milano:RealAudioMP3

R. – Il teatro algerino è un teatro nel quale si è svolta una lunga, sanguinosa, dolorosa battaglia anti-terroristica in cui l’Occidente, per il vero, c’è entrato molto poco, ed è stata combattuta dagli algerini: dalla costellazione dei nuovi poteri algerini, che è una costellazione molto complessa, un potere militare, un potere che poi gradualmente è divenuto sempre più di matrice civile evolvendo verso modelli di rappresentanza democratica. E’ una rappresentanza democratica evidentemente non compiuta ma certamente significativa … Quindi, qui non si tratta di uno scontro di civiltà tra Occidente e terrorismo: qui c’è un complesso di forze e di Paesi che è colpito dal terrorismo, che minaccia di essere destabilizzato dal terrorismo, e reagisce. Il fatto che il terrorismo abbia colpito in Algeria ha delle cause storiche.
D. – Che dire della presenza di Al Qaeda in altri Paesi africani?
R. – Intanto, incominciamo a dire che Al Qaeda c’è. Chi si era illuso che ci fosse un’eclisse dell’organizzazione farebbe bene a ritornare sui propri passi e acquisire l’idea che Al Qaeda non è un’organizzazione terroristica di tipo tradizionale, gerarchica, compatta ma è piuttosto una costellazione di gruppi che hanno una grande autonomia, sia organizzativa, sia finanziaria, sia di armamenti, uomini, tecniche e possibilità di combattimento locale. E’ una grande costellazione che si può muovere con grande autonomia.







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