Attacco in Algeria: dura condanna dall'Onu. Liberati oltre 100 ostaggi
La vicenda degli ostaggi sequestrati in Algeria da un gruppo di terroristi vicini
ad Al Qaida, ieri al centro della riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Ferma
la condanna dell’organismo nei confronti dell’attacco condotto dai miliziani, al quale
ha risposto duramente l’esercito algerino. Il Consiglio di sicurezza ha fatto inoltre
appello agli Stati affinché cooperino attivamente con le autorità algerine, nel rispetto
delle leggi internazionali antiterrorismo. Intanto, sarebbero stati liberati decine
di ostaggi, mentre altri rimangono ancora nelle mani dei terroristi. Il servizio di
Amina Belkassem:
Restano confuse
e contraddittorie le notizie che giungono dal profondo sud algerino dove da mercoledi'
un gruppo armato affiliato ad Al Qaida per il Maghreb islamico ha preso in ostaggio
centinaia di lavoratori nel campo gasiero di In Amenas. Secondo un bilancio provvisorio
fornito da fonti della sicurezza algerine, sarebbero 12 gli ostaggi stranieri e algerini
rimasti uccisi nell'operazione lanciata ormai da piu' di 24 ore dall'esercito algerino.
18 invece i jihadisti uccisi. Sui 132 stranieri sequestrati, un centinaio sarebbero
pero' stati liberati oltre a quasi 600 algerini. Il gruppo armato parla invece di
7 stranieri tenuti ancora in ostaggio: tre belgi, due americani, un britannico e un
giapponese. In cambio del loro rilascio ha chiesto a Washington la liberazione di
2 prigionieri accusati di terrorismo.
Con questo episodio l’Algeria torna ad
avere a che fare con il terrorismo, una piaga che colpì duramente il Paese nord-africano
già negli anni scorsi. Fausta Speranza ne ha parlato con Angelo Turco,
esperto di Africa e docente all’Università Iulm di Milano:
R. – Il teatro
algerino è un teatro nel quale si è svolta una lunga, sanguinosa, dolorosa battaglia
anti-terroristica in cui l’Occidente, per il vero, c’è entrato molto poco, ed è stata
combattuta dagli algerini: dalla costellazione dei nuovi poteri algerini, che è una
costellazione molto complessa, un potere militare, un potere che poi gradualmente
è divenuto sempre più di matrice civile evolvendo verso modelli di rappresentanza
democratica. E’ una rappresentanza democratica evidentemente non compiuta ma certamente
significativa … Quindi, qui non si tratta di uno scontro di civiltà tra Occidente
e terrorismo: qui c’è un complesso di forze e di Paesi che è colpito dal terrorismo,
che minaccia di essere destabilizzato dal terrorismo, e reagisce. Il fatto che il
terrorismo abbia colpito in Algeria ha delle cause storiche. D. – Che dire della
presenza di Al Qaeda in altri Paesi africani? R. – Intanto, incominciamo a dire
che Al Qaeda c’è. Chi si era illuso che ci fosse un’eclisse dell’organizzazione farebbe
bene a ritornare sui propri passi e acquisire l’idea che Al Qaeda non è un’organizzazione
terroristica di tipo tradizionale, gerarchica, compatta ma è piuttosto una costellazione
di gruppi che hanno una grande autonomia, sia organizzativa, sia finanziaria, sia
di armamenti, uomini, tecniche e possibilità di combattimento locale. E’ una grande
costellazione che si può muovere con grande autonomia.