2013-01-18 18:27:45

Sanità: parti cesarei in eccesso. Balduzzi: sprechi e alto rischio per le donne


Ad un anno dalla richiesta del ministero della Salute ai carabinieri dei N.A.S. di effettuare controlli a campione nelle strutture sanitarie nazionali per valutare l’appropriatezza del ricorso al parto cesareo, ci sono oggi i primi risultati. A renderli noti lo stesso ministro Balduzzi: i dati si riferiscono a 1117 cartelle cliniche su un campione di circa 3000 relative al 2010. Nel 43% dei casi di cesareo la procedura clinica risulta ingiustificata. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Mancano ancora i dati di Basilicata e della provincia autonoma di Bolzano: ma quanto rilevato finora dai Nas, basta a confermare i sospetti dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, che negli ultimi due anni ha ravvisato in alcune regioni, valori di ricorso al cesareo -che dovrebbero attestarsi su una media del 15- 18% per la casistica per cui è clinicamente indicato – schizzare fino al 49% in Campania al 42 circa in Sicilia. Secondo i Nas infatti su circa 482 mila parti del 2010 in 19, il 29,31% è stato cesareo con diagnosi di posizione anomala del feto, ma quasi un caso su due era ingiustificato. E allarmanti sono i motivi, come spiega Flavia Carle del ministero della Sanità:

“Da una parte una codifica della diagnosi non coerente, cioè il codice non è coerente con quanto è riportato in cartella. Ma in una buona percentuale dei casi, manca in cartella la documentazione necessari per valutare questa coerenza”.

La non corrispondenza tra cartelle cliniche e codice di diagnosi è inferiore al 5% solo in cinque regioni, tutte del Nord. Dunque il rischio è nazionale e il sud ha il primato peggiore. Si ipotizzano reati come lesioni, falso in atto pubblico e truffa a carico del servizio sanitario nazionale. ”Un campanello d’allarme” secondo il ministro della salute, Renato Balduzzi:

“Non è un problema soltanto di costi: 80 - 85 milioni all’anno di sprechi nel senso stretto. Ma c’è tutto il problema della tutela della salute”.

Tra i provvedimenti citati dal ministro, sollecitare le regioni ad un maggior controllo sulle cartelle cliniche, ma anche migliorare la mentalità e l’approccio complessivo al concetto del parto cesareo, conoscere gli strumenti come le linee guida, e seguire sempre il criterio della trasparenza.








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