Il prof. Dionigi: latino lingua perfetta per Twitter, il Papa esempio di innovazione
e tradizione
Ha avuto ampia eco e destato anche curiosità l’apertura, giovedì scorso, dell’account
del Papa su Twitter in lingua latina. Il nuovo account, che segue gli 8 già attivi
dal 12 dicembre scorso, ha superato in un giorno i 3 mila follower, segno che il latino
suscita interesse anche nel mondo della Rete. Per una riflessione su questa inedita
iniziativa, Alessandro Gisotti ha intervistato il prof. Ivano Dionigi,
presidente della Pontificia Accademia di Latinità istituita da Benedetto XVI:
R. – La prima
impressione è quella che viene proprio spazzata via l’idea di un uomo lontano, fuori
dal mondo. Anzi è proprio in medias res, usando il mezzo di comunicazione che
più rapidamente, in maniera più efficace arriva a tutti. Questo mi sembra un gran
bel segnale: oltre al merito in sé della lingua latina, proprio del veicolo che usa.
Mi pare che questo sia un segnale di grande attenzione, di voler essere proprio all’ordine
del giorno.
D. – Questo accostamento latino e twitter è piuttosto inedito.
In realtà, se vogliamo, il binomio innovazione-tradizione è proprio della storia della
Chiesa: anche questo, forse, andrebbe ricordato …
R. – Sì, questo. Poi, io
le dico una cosa ben più semplice che può sembrare una dissonanza: Twitter per il
latino. Io ricordo questo: ognuno di noi scrive la posta elettronica: quella chiocciolina,
@, è l’“at”. Tutti credono che sia inglese, invece è “ad”. Anche la chiocciolina nella
posta elettronica è latino! Allora, nessuna contraddizione, come dico, perché tutta
la nostra cultura e lingua e anche la tecnologia, sono innervati di questo. E poi,
io credo come diceva Petrarca – noi dobbiamo avere costantemente lo sguardo rivolto
in avanti e indietro. Noi viviamo di storia: ognuno di noi è storia. E quindi, questo
conciliare i due momenti credo che sia vitale.
D. – Il Papa sta in qualche
modo anche aiutando a sottolineare quanto sia importante riscoprire nella Chiesa –
ma non solo – il latino …
R. – Sì, sta dando un segnale. Anche perché il latino,
volendosi attenere a Twitter, proprio a questa rigidità di battute, si attaglia molto
bene perché è la lingua della concisione per eccellenza, per antonomasia. Anche qui,
conoscere un po’ la struttura della lingua latina, così sintetica, credo che alcuni
di coloro che amano Twitter possano trovarsi in buona compagnia del latino. Twitter,
infatti, esige rigore, concisione, brevità, andare all’essenziale. Io credo che oggi,
poi, tutti noi abbiamo bisogno di tornare ad essere un po’ “tacitiani” in questo
profluvio di parole. Imparare il valore delle parole, che aiuta tutti ad una maggiore
consapevolezza ed a pensare prima di parlare. Quando uno partiva oppure c’era qualche
evento, c’era proprio una formula classica augurale: “Felix, faustus fortunatusque
sit hic nuntius!”: questo annuncio sia veramente fausto e abbia buon esito in tutte
le direzioni, e quindi raggiunga il maggior numero di interlocutori. Era l’“in bocca
al lupo” della classicità, che io mi sento oggi di fare di fronte a questo annuncio.