Udienza generale. Il Papa: anche gli atei vogliono vedere Dio. Appello per l'unità
dei cristiani
La grande novità della venuta di Gesù è che il volto di Dio, prima nascosto, è stato
reso visibile a tutti, anche a chi non crede. Lo ha affermato Benedetto XVI all’udienza
generale di ieri mattina nell'Aula Paolo VI. Il Papa l’ha conclusa invocando da Dio
“il grande dono dell’unità” tra tutti i cristiani, nell’imminente Settimana di preghiera
che inizia domani. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Chiunque, anche
chi non crede, magari solo per curiosità, pure in modo inconsapevole, vorrebbe vedere
il volto di Dio. Benedetto XVI ha dedicato la catechesi a questa che potrebbe essere
considerata la madre di tutte le ricerche. Una ricerca che l’Antico Testamento documenta
da millenni, quando per gli ebrei – ha ricordato il Papa – Dio non si poteva né vedere
in volto, né rappresentare, come dimostra in modo plastico la scena di Mosè davanti
al roveto ardente. E allora, si è chiesto, cosa voleva dire per un israelita “cercare
il volto di Dio”?
“La domanda è importante: da una parte si vuole dire che
Dio non si può ridurre ad un oggetto, come un'immagine che si prende in mano, ma neppure
si può mettere qualcosa al posto di Dio; dall’altra parte, però, si afferma che Dio
ha un volto, cioè è un ‘Tu’ che può entrare in relazione, che non è chiuso nel suo
Cielo a guardare dall’alto l’umanità. Dio è certamente sopra ogni cosa, ma si rivolge
a noi, ci ascolta, ci vede, parla, stringe alleanza, è capace di amare”.
La
storia del popolo ebreo è dunque una scoperta graduale della presenza di Dio. Ma è
con un’altra scena plastica descritta stavolta nel Nuovo Testamento che, ha affermato
Benedetto XVI, avviene “qualcosa di completamente nuovo”:
“La ricerca del
volto di Dio riceve una svolta inimmaginabile, perché questo volto si può ora vedere:
è quello di Gesù, del Figlio di Dio che si fa uomo. In Lui trova compimento il cammino
di rivelazione di Dio iniziato con la chiamata di Abramo, Lui è la pienezza di questa
rivelazione perché è il Figlio di Dio, è insieme ‘mediatore e pienezza di tutta la
Rivelazione’, in Lui il contenuto della Rivelazione e il Rivelatore coincidono. Gesù
ci mostra il volto di Dio e ci fa conoscere il nome di Dio”.
Ecco la differenza
con l’epoca antica: se a Mosè Dio aveva rivelato non il suo volto ma il nome – cioè,
ha detto il Papa, si era “reso invocabile” – con l’Incarnazione diventa visibile a
chiunque lo cerchi attraverso Gesù:
“Egli inaugura in un nuovo modo la presenza
di Dio nella storia, perché chi vede Lui, vede il Padre, come dice a Filippo. Il Cristianesimo
– afferma san Bernardo – è la ‘religione della Parola di Dio’; non, però, di 'una
parola scritta e muta, ma del Verbo incarnato e vivente’”.
Per i cristiani,
ha concluso Benedetto XVI, il vedere Dio si realizza nel seguire Cristo. Significa
vederlo attraverso i volti di chi ne reca l’impronta più netta, la persona povera
e quella che soffre, come sottolineato dal Papa stesso anche in un tweet successivo
all’udienza:
“Il desiderio di conoscere Dio realmente, cioè di vedere il
volto di Dio è insito in ogni uomo, anche negli atei. E noi abbiamo forse inconsapevolmente
questo desiderio di vedere semplicemente chi Egli è, che cosa è, chi è per noi. Ma
questo desiderio si realizza seguendo Cristo (...) L'importante è che seguiamo Cristo
non solo nel momento nel quale abbiamo bisogno e quando troviamo uno spazio nelle
nostre occupazioni quotidiane, ma con la nostra vita in quanto tale. L'intera esistenza
nostra deve essere orientata all’incontro con Gesù Cristo, all’amore verso di Lui;
e, in essa, un posto centrale lo deve avere l’amore al prossimo”.
Al termine
delle catechesi e dei saluti nelle varie lingue, Benedetto XVI ha ricordato l’inizio,
venerdì prossimo, della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani con questa
esortazione:
“Invito tutti a pregare, chiedendo con insistenza a Dio il
grande dono dell’unità tra tutti i discepoli del Signore. La forza inesauribile dello
Spirito Santo ci stimoli ad un impegno sincero di ricerca dell'unità, perché possiamo
professare tutti insieme che Gesù è il Salvatore del mondo”.