Canada: i vescovi solidali con la protesta degli autoctoni
I vescovi del Canada sono solidali con i leader delle Prime Nazioni che da più di
un mese protestano con manifestazioni e blocchi stradali per ottenere il riconoscimento
dei loro diritti e un maggiore controllo sulle risorse naturali del Paese. Nonostante
le promesse dei vari governi che si sono succeduti a Ottawa, i popoli autoctoni canadesi
(più di un milione di persone se si comprendono i meticci e gli Inuit), sono ancora
emarginati e discriminati. Tra le Prime Nazioni si registra il più alto tasso di
povertà, al quale sono collegati il basso tasso di scolarità, il difficile accesso
alla casa e all’assistenza sanitaria e altri indicatori sociali negativi come l’alcolismo
e l’alto tasso di suicidi, sintomo di un forte malessere sociale. Dopo settimane di
proteste, l’11 gennaio, una ventina di rappresentanti dell’Assemblea delle Prime Nazioni
(Anp), hanno potuto finalmente incontrare il Premier conservatore Steven Harper per
aprire un primo tavolo di dialogo. Un’iniziativa fortemente auspicata e incoraggiata
dai vescovi che, in un lettera inviata nei giorni scorsi al Premier e al leader dell’Anp
Shawn A-in-chut Atleo, avevano espresso l’auspicio che esso potesse sbloccare lo
stallo, dando ragione alle istanze dei nativi canadesi. “Le attuali preoccupazioni
in materia di educazione, alloggio, acqua potabile e accesso alle cure sanitarie,
insieme all’occupazione delle terre, sono cruciali e urgenti per le Prime Nazioni”,
sottolineava la missiva firmata da mons. Richard Smith, arcivescovo di Edmonton e
presidente della Conferenza episcopale. “Le manifestazioni organizzate dai membri
delle Prime Nazioni in diversi località del Paese non ci dicono soltanto quanto necessario
fosse questo incontro: esse sono un segnale incoraggiante della ritrovata volontà
dei popoli autoctoni di giocare un ruolo determinante per risolvere i loro problemi
e le loro frustrazioni”. Secondo i vescovi canadesi “è sommamente importante che gli
autoctoni e i loro capi continuino ad impegnarsi per diventare protagonisti attivi
e responsabili del proprio sviluppo culturale”. Da anni la Chiesa in Canada è impegnata
per i diritti delle Prime Nazioni, ammettendo anche le proprie responsabilità storiche
nei loro confronti. Nel 1998 la Conferenza episcopale ha istituito un Consiglio cattolico
autoctono per la riconciliazione, la solidarietà e la comunione proprio allo scopo
di promuovere la riconciliazione con i nativi del Canada e di raccogliere aiuti a
loro favore. Inoltre Il 12 dicembre di ogni anno la Chiesa locale celebra la Giornata
di preghiera per i popoli autoctoni. (A cura di Lisa Zengarini)