2013-01-15 14:34:57

Liturgia e spazio sacro, superare "sciatteria" con più formazione


Mons. Tiziano Ghirelli, direttore dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici diocesi di Reggio Emilia
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Mi sono trovato spesso di fronte a certe soluzioni architettoniche o di arredo sacro che poco hanno a che fare con la liturgia cattolica e mi sono chiesto perché. E se ciò accade anche in altri paesi del mondo. La parola d'ordine del Concilio fu favorire una liturgia più comprensibile e partecipata. La vera novità fu la nuova impostazione ecclesiologica dello spazio per la liturgia che considera l'assemblea, gerarchicamente ordinata, il soggetto celebrante. L'altare, per esempio, è segno di Cristo quindi, data la destinazione universale della salvezza, prevede dal punto di vista artistico e architettonico, una forma per cui sia circondabile e ugualmente importante in tutti i suoi quattro lati. La sensazione però, oggi, è quella di una grande approssimazione nella disposizione dei luoghi per il culto, di una certa superficialità e dilettantismo. E' evidente nella sciatteria liturgica, nella scarsa qualità dei canti. Non solo durante la Santa Messa, ma anche durante il Battesimo o le esequie. Eppure la celebrazione dovrebbe essere un "anticipo di Paradiso". Riproporre linguaggi del passato significa però eludere il problema e rifiutare il presente che il Signore ci dà da vivere. Forse manca una vera formazione liturgica. In Italia però ci sono molti esempi, anche riusciti, di adeguamenti degli spazi delle cattedrali compiuti per migliorare la qualità celebrativa.
Nel suo saggio "Ierotopi cristiani, le chiese secondo il magistero” (Libreria Editrice Vaticana), mons. Ghirelli analizza il tema dello spazio liturgico della chiesa cattolica alla luce della riforma del Concilio vaticano II. Una riflessione per la comprensione pratica e teorica dello spazio sacro, anche nel contesto della storia dei vari espiscopati nazionali e della loro riflessione teologica. Un'opera che vuole anche stimolare nuove realizzazioni per ottenere una buona liturgia nel rispetto dei riti. Perché - ricorda l'autore - anche per infrangere le regole bisogna conoscerle profondamente. (Intervista di Fabio Colagrande)







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