Ecuador: i vescovi per le presidenziali invitano a votare alla luce della fede
In vista delle elezioni presidenziali del 17 febbraio, la Conferenza episcopale dell’Ecuador
ha pubblicato un documento, diviso in tre parti, che si intitola "Elezioni, uno spazio
per la democrazia", di cui è pervenuta copia all’agenzia Fides. Al primo punto (“Autonomia
della politica e responsabilità della Chiesa”) si descrive il compito dei Pastori:
"Come Pastori della Chiesa cattolica, noi riconosciamo e rispettiamo la legittima
autonomia dell'ordine politico. Non ci compete esprimere preferenze politiche, ma
valutare i programmi politici e le implicazioni etiche e religiose". Quindi i vescovi
trattano della libertà religiosa: "L'Ecuador, stato laico, riconosce e protegge ‘il
diritto di esercitare, mantenere, modificare, professare in pubblico o in privato,
la religione o le convinzioni personali, e diffondere individualmente e collettivamente
tali credenze, con le limitazioni imposte dal rispetto dei diritti. Questo ci permette
di vivere in modo pacifico e rispettoso, tra credenti e non credenti, evitando fanatismo,
sia religioso che antireligioso". Nel secondo punto, sulla missione dei laici, i vescovi
scrivono: “I laici cattolici, appartenenti o meno a vari partiti e movimenti politici,
hanno l'obbligo morale di discernere se ciò che ispira il pensiero e le proposte di
questi sia compatibile con la fede e la morale della vita cristiana. Per questo motivo,
si deve valutare se le loro proposte siano coerenti o meno con i principi morali radicati
nella natura umana stessa e presenti in tutte le dimensioni personali e sociali. Il
cristiano, dunque, non dovrebbe aderire, senza contraddirsi, a sistemi ideologici
che si oppongono alla fede che professa". Il messaggio dei vescovi propone quindi
di incentrare l’azione della comunità nel rispetto dei diritti umani (fondati nella
dignità della persona) e nella democrazia (è il popolo che delega il potere ai governanti).
Perciò "il voto è uno strumento importante per garantire una vera democrazia. Il cittadino,
per esercitare questo diritto-dovere, è chiamato ad incoraggiare le scelte politiche
e legislative che non siano in contrasto con i valori fondamentali e con i principi
etici". Il terzo punto infine, ribadisce quanto affermato anche nel Messaggio finale
del Sinodo dei vescovi sulla Nuova Evangelizzazione: “Ai politici cristiani che vivono
il comandamento della carità, si chiede una testimonianza chiara e trasparente nell’esercizio
della loro responsabilità” (n.10). (R.P.)