2013-01-14 15:42:33

Mons. Solmi: manifestazione di Parigi importante perché trasversale


La manifestazione di Parigi in difesa della famiglia e contro il progetto di legge socialista su nozze e adozioni gay ha colpito non solo per i numeri ma forse soprattutto per la partecipazione variegata all’evento: si sono, infatti, riuniti sono una sola bandiera cattolici, musulmani, ebrei ed esponenti del mondo laico. Fabio Colagrande ha sentito mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione Cei per la Famiglia e la Vita:RealAudioMP3

R. - Credo che sia rilevante questa manifestazione popolare, perché trasversale, quindi promossa non soltanto dai cattolici: il matrimonio è un fatto di relazione uomo-donna ed è nello stesso tempo pieno di un grande valore sociale. Pertanto, il venire a snaturare radicalmente il matrimonio nel valore dell’incontro relazionale uomo-donna con la prospettiva di generare significa porre un grave problema alla società e direi anche un vulnus nei confronti del suo futuro. Quindi, ritengo che sia stata una manifestazione che, certo, attiene al valore stesso del matrimonio contro altre forme di unioni che col matrimonio non c’entrano, ma sia stato anche un atto di grande responsabilità sociale, direi, di amore alla società.

D. - Il progetto di legge, al quale sembra l’Eliseo continuerà a dare seguito, rimette in discussione molti articoli del codice civile francese e chiede di cambiare certi termini come “padre”, “madre”, “marito” e “moglie”, con termini più neutri come “genitori” e “sposi”. Questo è un aspetto importante…

R. – Certamente, siamo davanti al porre un insieme di situazioni contro il valore e l’identità della persona umana che è determinata sessualmente in quanto uomo e in quanto donna e da questo ne scaturisce il valore non solo semantico ma anche dell’essere e del definirsi “madre” e “padre”, oltre che il valore della donazione reciproca. Nei momenti in cui c’è questa radicale messa in discussione della identità della persona, ritenendo che tutto sia ascrivibile alla libertà intesa in senso assoluto o ai condizionamenti culturali e sociali, nel momento in cui si fa questo, quasi come effetto domino, vengono a cadere il valore della paternità e quindi il termine “padre”, per la maternità il termine “madre”, e viene messa anche in discussione quella relazione reciproca che è una donazione generante.

D. - Infine, qual è la sua opinione circa la possibilità di riconoscere alle coppie di omosessuali altri tipi di diritti individuali supplementari, diritti che riguardano per eempio l’eredità?

R. – Credo che si debba operare sui diritti della persona in quanto tale, che pertanto possa scegliere in modo libero della possibilità di essere assistito, in caso di malattia, o di poter attribuire i propri beni ad una persona scelta, al di là di precedenti forme di unione matrimoniale. Allora, si lavora e si opera sulla persona in quanto tale. Io metterei anche in evidenza che accanto ai diritti ci sono precisi doveri: doveri nei confronti eventualmente della propria famiglia ma anche doveri nei confronti di terzi. Ritengo, comunque, che questo sia un tema estremamente delicato sotto il profilo dell’identità e del valore della persona, ma anche sotto il profilo sociale. Pertanto necessita di una riflessione forte e non deve essere portato avanti a colpi sensazionali o a mostrare queste situazioni in termini eclatanti.







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