Mons. Müller: la grande qualità di Benedetto XVI, fine teologo compreso da tutti
Ho conosciuto poche persone nella vita con una tale ampiezza di vedute e preparazione
intellettuale: il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’arcivescovo
Gherard Ludwig Müller, parla in questi termini di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI e
del suo magistero, prima e dopo l'elezione al Soglio di Pietro. Il prefetto – impegnato
da tempo a redigere l’opera omnia del Pontefice – ha presentato nei giorni
scorsi, per i tipi della Libreria Editrice Vaticana, il libro “Ampliare l’orizzonte
della ragione” allo scopo di offrire “una lettura” di quanto prodotto dal Papa teologo.
Mons. Müller ne traccia un ritratto, nell'intervista di Alessandro De Carolis:
R. - Ha fatto
un lungo cammino nella sua vita e nelle sue riflessioni. Ha incominciato a 15 anni,
oggi ne ha 85: dunque, sono 70 anni di riflessione profonda e di meditazione. Ci sono
state tante esperienze nella sua vita: da giovane, ha vissuto l’esperienza delnazionalsocialismo e del fascismo, della guerra, di varie vicende della vita umana...
Per questo, non è mai stato un intellettuale che vive nella sua torre d’avorio, ma
è presente nella vita di tutti gli uomini, profondamente inserito nella storia del
ventesimo secolo, ma anche di quello attuale. È uno dei pochi uomini ad avere un così
ampio orizzonte: conosce lo sviluppo della filosofia in Europa, a partire dai greci,
dai romani, per finire con i filosofi moderni. Conosce poi la storia della Chiesa,
le domande e le sfide poste dalle scienze naturali di oggi. Io conosco poche persone
che hanno questa profondità di pensiero, tanto necessaria oggi.
D. - In questi
anni di servizio, in veste di Pontefice, Benedetto XVI ha dimostrato che anche un
grande teologo sa parlare la lingua della gente comune, trovando espressioni nuove
per le verità antiche della fede. Cosa la colpisce di questo aspetto?
R. -
Diciamo così: Gesù Cristo è il Verbo di Dio, ma quando è venuto in questo mondo ha
parlato in maniera molto semplice, al cuore di tutti gli uomini. Ha parlato ai farisei,
ai grandi intellettuali del suo mondo, del suo tempo, ma ha sempre testimoniato il
grande rispetto che Dio ha per tutti gli uomini. Per questo, è necessario e molto
importante che tutti i teologi siano pastori, che si rivolgano a tutti gli uomini,
poiché Dio non ama solo gli intellettuali, le persone geniali, ma tutti gli uomini.
D.
- In un paragrafo del libro lei affronta il tema dei linguaggi dei nuovi media. Cosa
coglie di rilevante nel Magistero specifico di Benedetto XVI?
R. - La fede
e la Rivelazione sono modi che Dio usa per comunicare con noi. Attraverso questi mezzi
di comunicazione noi possiamo comunicare, non in maniera ideologica - che cioè voglia
influenzare la gente contro la ragione - ma per avere un dialogo aperto alla verità,
perché solo la verità può salvare gli uomini e non la propaganda.