"Non solo macerie
e miserie. A tre anni dal sisma che causò più di 220mila morti e coinvolse almeno
3 milioni di persone, c'é un'altra Haiti che vuole riprendersi anche grazie al sostegno
della solidaretà internazionale. L'importante è dare a questa gente gli strumenti
giusti affinché possa essere protagonista della rinascita della propria terra".Maurizio Di Schino, giornalista inviato di TV2000, ad Haiti con
una delegazione di Caritas italiana, ci racconta così, da Port-au-Prince,
l'anniversario del terremoto che ha cambiato la storia del paese più povero dell'emisfero
occidentale. "Qui ci sono persone che dopo quella tragedia sarebbero potute scappare.
Professionisti che potevano emigrare, come hanno fatto altri laureati, e che invece
mettono la propria competenza e il proprio tempo al servizio della ripresa del proprio
paese". E al fianco della popolazione ci sono, fra gli altri, gli operatori della
Caritas italiana che sono espatriati per accompagnarli in questo cammino. "Siamo qui
per dare il segno della presenza della Chiesa italiana e di quella universale" racconta
il direttore di Caritas italiana don Francesco Soddu, anche lui nel
Paese per l'anniversario. "Non possiamo leggere quel terremoto come una fatalità
che ormai appartiene al passato. Dobbiamo anzi mantenere un interesse e una vicinanza
continua verso questa popolazione. Celebriamo l'Eucaristia tra i ruderi della cattedrale
della Capitale con la speranza nella ripresa ma con la certezza che questa può nascere
solo dal nostro ancoraggio in Cristo". Nel 2010 la Caritas italiana ha raccolto
con una colletta 25 milioni di euro per la popolazione haitiana, 17 dei quali già
spesi in 125 progetti. "Sono frutti meravigliosi che sono stati messi in atto con
una straordinaria competenza senza nessuno spreco. Io ritengo che il popolo italiano
debba sentirsi garantito da questa nostra testimonianza, dobbiamo essere fieri del
lavoro fatto qui dalla Caritas e dalla Chiesa italiana" (A cura di Fabio Colagrande)