Siria. Maltempo sugli sfollati, gravi disagi nei campi. Testimonianza di Caritas Turchia
La Siria ha accusato ieri il mediatore dell'Onu e della Lega Araba, Brahimi, di "flagrante
parzialità", dopo che mercoledì aveva definito "settario" e "unilaterale" il discorso
pronunciato domenica scorsa dal presidente Assad. Sul terreno sono proseguiti i combattimenti
tra ribelli e forze governative, con bombardamenti da parte del regime in alcuni sobborghi
di Damasco, dove almeno otto persone sono morte nelle ultime ore. I Comitati locali
di coordinamento dell'opposizione siriana riferiscono anche di bombardamenti su Taftanaz,
nella provincia di Idlib. Una nota dell'organizzazione medico-umanitaria “Medici senza
frontiere” conferma che in questa provincia “ i civili sono vittime di una strategia
del terrore portata avanti attraverso bombardamenti intensi e indiscriminati”. Intanto
pioggia e neve stanno sferzando da giorni il Medio Oriente, rendendo ancor più critica
la situazione delle decine di migliaia di sfollati siriani, spesso in fuga oltre confine,
che cercano scampo dal conflitto. La tempesta di neve abbattutasi di recente sulle
tende dei rifugiati del campo Zaatari in Giordania sta causando disagi insostenibili.
Disagi si registrano anche in Turchia, Paese coinvolto nell’accoglienza degli sfollati
siriani. Antonella Palermo ne ha parlato con Chiara Rambaldi, volontaria
Caritas in Turchia:
R. – Un numero
non ufficiale, in questo momento, parla di circa 230 mila persone. La maggior parte
sono donne, bambini e famiglie. Una parte vive nei campi, dislocati in diverse città,
allestiti e gestiti direttamente dal governo turco. Una parte, invece, vive fuori
dai campi. Noi, come Caritas Turchia, abbiamo scelto di concentrarci sulle persone
che si trovano fuori dai campi, in questo momento, perché hanno meno possibilità di
ricevere assistenza.
D. – In che condizioni vivono queste persone?
R.
– Le difficoltà che fronteggiano sono quelle di chiunque scappa da una situazione
di conflitto con bambini, non avendo più né un lavoro, né la scuola. Oltretutto, ora
è inverno, quindi sono anche regioni dove il tempo è abbastanza inclemente.
D.
– Quali sono allora i servizi che voi prestate per sostenere queste persone?
R.
– Supporto per le spese mediche che devono affrontare, perché è frequente il bisogno
di medicine, di operazioni chirurgiche, di terapie. Distribuzione di generi alimentari,
coperte, scarpe e oggetti che gli aiutino a proteggersi dal freddo. Si tratta di visitare
le famiglie, parlare con loro, vederle una per una, capire quali sono i loro bisogni,
la loro situazione e cosa può essere fatto. Direi che la situazione più difficile,
ovviamente, è quella delle famiglie numerose – con molti bambini – che interrompono
i loro percorsi di studi, delle persone anziane che ovviamente faticano a lasciare
la propria casa e ad affrontare lo stress di un viaggio verso la Turchia, estremamente
complicato e pericoloso. O delle donne da sole che non sanno cosa ne è stato dei loro
consorti. Questo è il tipo di situazione.