Oscar: 12 nomination per "Lincoln" del duo Spielberg-Day-Lewis
Presentate a Los Angeles le candidature agli Oscar 2013, che verranno consegnati il
prossimo 24 febbraio: ancora una volta Steven Spielberg si impone con "Lincoln", confermando
le previsioni. Una scelta che ha privilegiato film di grande spessore storico e civile,
senza dimenticare però quelli capaci di affrontare anche la ricerca della fede e i
problemi dell'etica, con le loro ripercussioni nella società moderna. Il servizio
di Luca Pellegrini:
La storia passata e quella più recente ancora una
volta convince i giurati degli Oscar 2013. Sono capitoli soprattutto difficili e tragici
di quella americana: "Lincoln" di Steven Spielberg, con dodici candidature, "Argo"
di Ben Affleck con sette, "Zero Dark Thirty"di Kathryn Bigelow con cinque,
tutti e tre in lizza per il miglior film. Giusto riflettere e non dimenticare, una
dimostrazione che l'impegno sociale e civile può e deve trovare il suo spazio nel
mondo del cinema, senza che si debba solo assecondare la legge degli incassi.
La
pagina biografica e nobile dedicata da Spielberg al padre degli Stati Uniti, il vincitore
della guerra civile e l'eroe morale che ha posto fine a uno dei momenti più sconvolgenti
e spaventosi dell'umanità, la schiavitù, conferma il pluripremiato regista americano
come il narratore più attento sia dell'universo giovanile, con i suoi tanti indimenticabili
capolavori, sia di quello degli adulti; la regista, già vincitrice nel 2010 con "The
Hurt Locker" ambientato in Iraq, questa volta ripercorre con coraggio - e non poche
polemiche - i giorni che precedettero la cattura e l'uccisione di Bin Laden. E in
Medio Oriente si svolge il bellissimo "Argo", episodio recentemente de-secretato dai
servizi segreti, quello che portò alla liberazione di un gruppo di ostaggi americani
nei giorni dell'assalto alla loro ambasciata a Teheran nel novembre 1979. Aspettative
deluse per il violento "Django Unchained" di Quentin Tarantino, anch'esso aperto sugli
abissi della schiavitù afroamericana affrontata come uno spaghetti-western: concorre,
con cinque candidature, come miglior film senza però candidare il regista.
C'è
poi il caso di "Amour" di Michael Haneke, già Palma d'oro a Cannes lo scorso anno:
anche in questo caso un tema difficilissimo, quello dell'eutanasia, vissuta con drammatica
freddezza da una anziana malata terminale, un abisso di dolore descritto con assoluta
imparzialità e senza alcun coinvolgimento sentimentale dal regista austriaco, film
applaudito e premiato ovunque, che partecipa con ben cinque candidature, tra cui quella
per il miglior film straniero e per la migliore attrice protagonista, Emmanuelle Riva,
che proprio nella notte di consegna delle statuette, il 24 febbraio, compirà ottantasei
anni, diventando così la più anziana in corsa in questa categoria nella storia degli
Oscar. Come c'è quest'anno anche la più giovane: Quvenzhané Wallis, di soli nove anni,
nel fiabesco e sorprendente "Beast of the Southern Wilde". Con undici candidature
entra tra i favoriti "Vita di Pi" di Ang Lee, affascinante fiaba (che poi tanto non
è) che affronta temi importanti come la ricerca di Dio attraverso la storia di un
piccolo naufrago e di una tigre, otto per il kolossal "Les Misérables", trasposizione
musicale del capolavoro di Hugo, e bella anche la scelta dei quattro film di animazione,
tra cui "Ribelle-The brave": il coraggio di una bambina nel medioevo scozzese, che
prima ribelle nei confronti della madre, diventa poi la grande eroina della famiglia.