2013-01-10 15:29:04

Mali: ripresi gli scontri tra ribelli e militari, emergenza umanitaria


In Mali, sono ripresi gli scontri armati tra ribelli islamici e militari di Bamako. Di ieri sera l’annuncio che la località di Konna, nel centro del Paese, sarebbe caduta nelle mani dei gruppi jihadisti che controllano le regioni settentrionali e che starebbero ora puntando a sud. In precedenza l'esercito aveva annunciato di aver riconquistato dai ribelli Douentza, un'importante città nella parte nord-orientale.
La nuova situazione fa seguito al rinvio dell’incontro, promosso dal presidente del Burkina Faso, Compaoré, mediatore ufficiale della Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale, per porre fine al conflitto nel Nord del Paese. All'incontro dovevano partecipare delegazioni ufficiali del gruppo Ansar Dine e del Movimento nazionale di liberazione dell'Azawad, due dei gruppi che si oppongono all'esercito maliano con l’obiettivo di islamizzare il Paese. Sempre più grave la situazione umanitaria, sulla quale operano, sotto l’egida dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, varie organizzazioni umanitarie, tra le quali Intersos. Giancarlo La Vella ha intervistato Federica Biondi, responsabile dell’Ong per la Mauritania e il Mali:RealAudioMP3

R. – La crisi sta producendo effetti interni ed esterni al Mali, ossia le persone si spostano internamente nello stesso Nord del Mali, dal Nord Mali affluiscono al Sud oppure vanno nei Paesi limitrofi: in Mauritania, in Niger e Burkina Faso.

D. – Di che cosa c’è bisogno in questo momento, e qual è il tipo di intervento che voi offrite?

R. – Hanno bisogno di tutto! Sono persone arrivate con i loro pochi averi e che hanno bisogno di essere assistiti dal punto di vista alimentare, di ricevere acqua, cure mediche, un riparo dove abitare e poi ricostituire le normali condizioni di vita.

D. – In che modo la popolazione civile è stata coinvolta in questo scontro frontale tra ribelli e governo?

R. – La popolazione civile ha reagito decidendo di rimanere sul posto o di spostarsi, perché teme per la sicurezza. Quindi, le persone decidono o di trovare rifugio all’interno del Mali stesso nelle zone controllate dal governo, nel Sud, o nei Paesi limitrofi. Teniamo conto che questa è una crisi ricorrente: i rifugiati che noi accogliamo in questo momento in Mauritania sono gli stessi o i discendenti di quelli che sono stati accolti, sempre dall’Alto Commissariato, negli anni Novanta e anche prima a causa di una crisi simile.







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