Il card. Sandri in Egitto: cristiani in difficoltà, le riforme rispettino la libertà
religiosa
E’ “urgente far sentire alle regioni orientali la sollecitudine della Chiesa”: è quanto
ha affermato il cardinale Leonardo Sandri, in questi giorni in visita in Egitto. Il
prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali ha presieduto ieri mattina al
Cairo la Messa per il bicentenario della nascita della Beata Maria Troiani, fondatrice
delle Suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria, che nella capitale
egiziana gestiscono numerose opere educative e assistenziali. Martedì sera si è svolto
l’atteso incontro con il patriarca copto-ortodosso Tawadros che ha espresso la propria
preoccupazione per la situazione dei cristiani in Medio Oriente. Sull’accoglienza
che sta ricevendo in questi giorni in Egitto, ascoltiamo il cardinale Leonardo
Sandri al microfono di Sergio Centofanti:
R. - Un’accoglienza
cordialissima, affettuosa, da parte dei nostri confratelli cattolici, i vescovi, i
sacerdoti e le religiose. Ho celebrato due anniversari: i 100 anni della fondazione
della Congregazione delle Suore Egiziane del Sacro Cuore e, adesso, i 200 anni della
nascita della fondatrice delle Suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato
di Maria, che stanno qui in Egitto ed hanno tante opere. Quindi, è una visita di grande
accoglienza ecclesiale, affettuosa, cordiale da parte dei nostri fratelli che vivono
in tante difficoltà. Sono stato accolto molto cordialmente dal Patriarca greco ortodosso
Theodoros di Alessandria e poi ho avuto un incontro molto cordiale e fraterno col
Patriarca copto ortodosso Tawadros, che ha accettato di ricevermi ed io - con tanta
gioia e speranza - sono andato a fargli visita e gli ho fatto tanti auguri per il
suo ministero e per tutto quello che lui può fare per i nostri fratelli cattolici.
Quindi, ribadisco, ho ricevuto da parte della Chiesa cattolica un’accoglienza veramente
fraterna, con un affetto grandissimo verso il Santo Padre; tutti hanno accolto le
parole che lui ha rivolto recentemente al Corpo Diplomatico e sono tutti molto sensibili
all’attenzione e all’affetto che le comunità cristiane in Occidente danno loro.
D.
- Qual è la situazione delle comunità cristiane in Egitto, in questo momento molto
particolare?
R. - In questo momento loro soffrono: a volte sentono voci minacciose
per la loro esistenza, sono voci isolate che parlano di farli sparire dall’Egitto;
ma, per il momento continuano la loro opera. Per esempio, le Suore Francescane Missionarie
del Cuore Immacolato di Maria hanno delle scuole importantissime, qui al Cairo, dove
i musulmani mandano anche le loro figliole, con tanta fiducia nella loro formazione
e con tanta amicizia. Quindi, da una parte si tratta di una situazione, a volte, triste
per queste voci isolate che si sentono contro i cristiani, ma nella vita di ogni giorno
- soprattutto le suore, ma anche i frati francescani, i sacerdoti - ricevono un’accoglienza
veramente fraterna da parte del popolo, perché vedono il bene che offrono, sia nell’ambito
dell’educazione, della sanità e della promozione umana.
D. - Alcuni cristiani
temono per l’introduzione dei principi della Sharia nella Costituzione…
R.
- Certamente, per quello che il Papa ha detto, auspichiamo che - in questo periodo
di riforme costituzionali nell’Egitto - ci sia da parte di tutti noi una preghiera
ed una vicinanza, perché siano guidati nel difendere i diritti della persona umana,
in primo luogo, la libertà religiosa e tutti quei diritti che servono la dignità della
persona: il diritto all’educazione, il diritto alla vita, il diritto alla casa, al
cibo, al lavoro, perché ci sono tanti disoccupati. Speriamo che in queste riforme
costituzionali entrino tutti questi principi che si richiamano non alla Primavera
araba, ma alla “primavera umana”, alla primavera dell’uomo nella sua dignità.
D.
- Lei ha avuto un incontro con il nuovo Patriarca copto ortodosso Tawadros. Come sono
i rapporti ecumenici?
R. - Sono rapporti molto cordiali. Lui mi ha parlato
di un ecumenismo teologico e questo - dice - può essere difficile, però c’è un ecumenismo
dell’amore, nel quale noi dobbiamo continuare a camminare insieme con tutto il nostro
impegno e la nostra fiducia. Ci sono tanti segni di speranza da parte del nuovo Patriarca
copto ortodosso.
D. - Quali sono le sue speranze per la Chiesa in Egitto?
R.
- Che possa continuare le sue opere, come ha fatto finora, attraverso gli ordini maschili
e femminili, attraverso i laici, attraverso l’educazione, per questo grande popolo.
Che l’Egitto riprenda, veramente, il suo ruolo nel Medio Oriente e nel mondo; questo
ruolo di grandezza umana, storica, culturale, civile che lo ha caratterizzato durante
tutti gli anni passati e che speriamo sia così anche per il futuro.