Rapporto Ue sull’occupazione: la situazione peggiora, rischio di esclusione sociale
La crisi economica che ha colpito l’Unione Europea ha “drammaticamente aumentato i
rischi di esclusione sociale di lungo periodo” e i dati sull’occupazione diffusi dall’Eurostat
lo confermano. E’ l’allarme lanciato dal commissario Ue agli affari sociali Lazslo
Andor a Bruxelles in occasione della presentazione dell’annuale ”Employment and Social
Developments in Europe Review”, il rapporto sull’occupazione e gli sviluppi sociali.
Un pericolo giustificato dalle cifre: nel 2012 la disoccupazione nell’eurozona è arrivata
all’11,8% con una stima di diciannove milioni di persone senza lavoro, due milioni
in più rispetto al novembre 2011. Un “trend preoccupante” che si è imposto in maniera
“divergente” tra il nord e il sud del gruppo euro (una differenza che nel 2000 era
del 3,5% ora tocca quota 7,5 punti percentuali). Italia, Grecia, Spagna, Malta e Paesi
Baltici sono i Paesi più a rischio, in cui potrebbe crearsi una “massiccia trappola
della povertà” da cui risulterebbe difficile uscire. Per questi Paesi, Bruxelles ha
dichiarato che “la situazione sta peggiorando dato che le prospettive attuali sono
cupe”. Il rapporto mette in luce la necessità urgente di costruire “meccanismi di
stabilizzazione macroeconomica più efficaci”, evitando di continuare a tagliare il
costo del lavoro che “rischia di alimentare questa spirale di impoverimento”. La situazione
è di poco migliore prendendo in considerazione l’Ue-27: sarebbero circa in 26 milioni
senza occupazione, il 10,8% (dato anche questo in aumento). Nel documento viene evidenziato
che a essere colpiti maggiormente rimangono i giovani e le famiglie: in Spagna e in
Grecia la disoccupazione giovanile ha raggiunto quasi il 57%, mentre in due terzi
dei paesi dell’Ue si assiste a un crollo delle disponibilità reali nel potere di acquisto
delle famiglie. In un solo mese (da ottobre a novembre 2012) il tasso di disoccupazione
giovanile medio nell’Unione Europea è cresciuto dello 0,3% attestandosi al 23,7%.
Ciò significa che al momento è senza lavoro quasi un giovane europeo su quattro. Il
commissario Ue Andor ha chiuso il discorso affermando: "E' improbabile che l'Europa
vedrà molti miglioramenti socioeconomici nel 2013, a meno che non faccia maggiori
progressi anche nella risoluzione credibile della crisi, trovi risorse per gli investimenti
necessari e faccia funzionare l'economia reale". (L.P.)