La Cina potrebbe chiudere alcuni campi di lavoro forzato entro l'anno
La notizia, diffusa dal giornale di Hong Kong South China Morning Post e riportata
da AsiaNews, non è ancora ufficiale, ma a quanto pare nel 2013 la Cina chiuderà i
laojiao: i campi di lavoro in cui sono rinchiusi molti cristiani, membri della Falun
Gong e persone responsabili di piccoli crimini. I laojiao sono parte della pratica
cinese della “rieducazione attraverso il lavoro” introdotta da Mao Zedong nel 1957
e prevedono pene detentive di un massimo di tre anni (prolungabili fino a quattro)
senza alcun obbligo che l’arresto e la reclusione siano notificati ai familiari. Le
condizioni di vita dei prigionieri, seppur meno dure che nei laogai, consistono in
turni di lavoro di 12-15 ore al giorno e paghe mensili esigue. Secondo un giornale
statale cinese, il China Daily, nel Paese esistono 320 laojiao in cui sono rinchiuse
500mila persone, ma le stime ufficiali parlano di numeri diversi: fino a due milioni
di detenuti. Infine, molti Paesi esteri, come gli Stati Uniti, hanno deciso il boicottaggio
dei prodotti cinesi che provengono dai campi di lavoro. (R.B.)