Filippine: petizione dei gruppi pro vita contro la legge sulla salute riproduttiva
A meno di quindici giorni dall’entrata in vigore nelle Filippine della Reproductive
Health Bill (Legge sulla salute riproduttiva, Rh-Bill) alcuni gruppi pro vita hanno
espressamente chiesto alla Corte suprema di fermare l’attuazione della controversa
legge. In una petizione di venticinque pagine – riferisce L’Osservatore Romano - una
coppia di filippini, James e Lovely Imbong, a nome dei loro figli minori e del Magnificat
Child Development Center, hanno sottolineato che «la legge sulla salute riproduttiva
si fa beffa della cultura filippina e della nazione e non prende in considerazione
molteplici fattori». Poco prima di Natale, il presidente delle Filippine, Benigno
Aquino, ha firmato la controversa legge che promuoverà la contraccezione, l’educazione
sessuale e i programmi di pianificazione familiare contestata con forza dalla Chiesa
cattolica del Paese. La normativa prevede il finanziamento statale a politiche di
pianificazione familiare e di controllo delle nascite, incluse campagne per facilitare
l'accesso agli anticoncezionali. Gruppi femminili e altri sostenitori della legge
hanno elogiato Aquino per aver accelerato l’approvazione della Rh-Bill che era ferma
in Congresso da tredici anni. I firmatari della petizione sostengono invece che la
legge 10354, la legge che viene fatta passare per uno strumento utile a promuovere
una genitorialità responsabile e la tutela della salute riproduttiva, è illegale e
dovrebbe essere fermata prima possibile.«Questo atto — sostengono i promotori della
petizione — afferma l'illegittimità di una legge che tradisce la cultura filippina,
con i suoi valori nobili e alti e fondata sulla vita, sulla maternità e la vita familiare,
che oggi si trova invece isolata e in una posizione di fiero contrasto con altre nazioni».
Tra i firmatari della petizione vi sono il segretario esecutivo Paquito Ochoa, il
segretario al Bilancio, Florencio Abad, il segretario alla Salute, Enrique Ona, il
segretario all’Educazione, Armin Luistro, e il segretario all’Interno e agli Enti
locali Manuel Roxas ii. In circa una dozzina di disposizioni, le ventiquattro pagine
della legge ricordano ripetutamente che i farmaci abortivi sono vietati, ma chiede
agli operatori sanitari che prestino assistenza a quanti subiscono complicazioni da
aborti illegali. In base alla legge, il Governo dovrà assumere altri operatori sanitari
nei villaggi che distribuiranno contraccettivi, specialmente ai poveri, e forniranno
istruzioni sui metodi naturali di pianificazione familiare che la Chiesa approva.
Il Governo inoltre dovrà formare insegnanti che forniranno un’educazione sanitaria
riproduttiva agli adolescenti, adeguata alla loro età e allo sviluppo. Essa comprende
informazioni sulla protezione contro le discriminazioni e gli abusi sessuali, la violenza
contro donne e bambini. (I.P.)