2013-01-04 07:48:38

Centrafrica verso negoziati di pace, oltre 300mila le persone coinvolte nelle violenze


E’ attesa per oggi una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, voluta dalla Francia, sulla Repubblica Centrafricana. Un pronunciamento per sostenere i negoziati di pace tra i ribelli del Fronte Seleka, fermi alle porte della capitale Bangui, e il presidente Bozizé. L’incontro è previsto per martedì prossimo in Gabon. Intanto, secondo le Nazioni Unite, sono 316mila le persone coinvolte nelle violenze delle scorse settimane, migliaia in fuga verso il Congo e il Camerun. Al microfono di Alessandro Filippelli, padre Stefano Molon, missionario carmelitano nel Paese da 25 anni:00:01:45:02

R. - Ci sono questi ribelli che stanno tentando di prendere il potere: è evidente. Se prendono il potere, purtroppo - i vecchi missionari ricordano quello che è successo 10 anni fa - quando il Paese è stato sconvolto dalla crisi che poi ha portato al potere l’attuale presidente. Il Paese era caduto in un baratro di povertà. E’ una situazione di crisi! Finché non si risolve: o se ne vanno o fanno la pace o prendono il potere … Siamo lì, in attesa. C’era stato un accordo tra ribelli, opposizione e governo. Questi accordi sembra che il presidente attuale non li abbia rispettati. Penso che i ribelli avessero dovuto essere integrati nell’esercito regolare o avere dei compensi in denaro; loro però hanno continuato a fare i ribelli.

D. – La tensione nel Paese rimane alta. Eppure, i ribelli hanno annunciato la disponibilità a partecipare a negoziati di pace …

R. – Intanto, è difficile sapere chi dice la verità: se è reale questa disponibilità al dialogo o no … Spesso sono manovre per poi riprendere il potere: ho questa impressione …

D. – Qual è il clima che si respira nella capitale?

R. – Venendo oggi dal Camerun, ho visto che non c’è nemmeno un camion che viaggi in direzione della capitale. Il Centrafrica dipende totalmente dall’estero: produce pochissimo. Per cui, quasi tutto è importato da Douala, dal porto, e arriva dal Camerun. La strada è in fase di completamento, si sta portando a termine l’asfaltatura e se si bloccasse – cioè, se i ribelli la prendessero – il Paese rimarrebbe soffocato. Quindi, suppongo che anche i rifornimenti alimentari e tutto il resto, che viene tutto dal Camerun, non arriveranno e che quindi la città rimarrà senza generi di prima necessità, se la situazione non si sbloccherà. Questo significa che a quasi un milione di persone mancherà di generi alimentari; i prezzi stanno aumentando e la gente va in crisi e diventa violenta. Nei giorni scorsi c’erano le barricate, bruciavano pneumatici: la gente ha paura! Speriamo, ci auguriamo veramente che questo nuovo anno che sta iniziando porti una soluzione di pace!







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