All India Christian Council: molte violenze in India non vengono denunciate
Oltre agli episodi quotidiani di stupro in tutto il Paese, il governo “dimentica le
vittime delle passate violenze di massa”: il massacro dei sikh a Delhi (1984); i disordini
tra indù e musulmani di Mumbai (1992-1993); le stragi del Gujarat (2002); i pogrom
anticristiani in Orissa (2008). E’ quanto sottolinea John Dayal, segretario generale
dell’All India Christian Council (Aicc), denunciando una “propensione a dimenticare”.
Ma nel Paese, in questi giorni, si avvertono segnali di cambiamento. Lo stupro a New
Delhi della ragazza di 23 anni morta il 29 dicembre in seguito alle gravi ferite riportate,
sembra aver alzato un velo su questa mentalità. La società civile – aggiunge John
Dayal – è unita nel chiedere a gran voce un reale cambiamento per arginare il fenomeno
della corruzione, garantire più sicurezza sulle strade, rendere più efficace il sistema
della giustizia. Ma sono ancora molti i casi di violenza, soprattutto sessuale, avvolti
dal silenzio. Recentemente tre giovanissime cristiane dalit – di 14, 13 e 5 anni –
hanno subito uno stupro. “Due di loro – racconta ad AsiaNews padre Ajaya Kumar Singh,
direttore dell’Orissa Forum for Social Action di Bhubaneshwar – sono vittime di violenze
di gruppo”. “Una è morta per strangolamento, l'altra è riuscita a sopravvivere”. Tuttavia,
sul loro caso non è mai stata aperta alcuna inchiesta. “Il problema – spiega John
Dayal – è che la polizia impiega giorni per registrare una denuncia per stupro”. “Le
indagini vengono condotte con trascuratezza, e il magistrato si rifiuta persino di
ascoltare la versione della vittima”. Notizie allarmanti arrivano anche dal Pakistan:
una bambina di nove anni è in fin di vita dopo uno stupro di gruppo avvenuto nella
provincia centrale del Punjab. Lo riferisce il quotidiano ‘The Express Tribune’ precisando
che la polizia ha denunciato sette uomini per violenza sessuale e sequestro di persona
(A.L.)