2013-01-03 07:47:37

In Centrafrica sembra che i ribelli tornino a negoziare


Di nuovo segnali di pace nella Repubblica del Centrafrica. I ribelli Seleka, che dal 10 dicembre scorso hanno lanciato un'offensiva contro il governo, hanno annunciato uno stop all'avanzata dei combattenti sulla capitale Bangui. Il servizio di Giulio Albanese:RealAudioMP3

La coalizione ribelle del Seleka ha deciso di arrestare la propria avanzata e di accettare colloqui di pace con il governo centrafricano. I negoziati potrebbero cominciare l’8 gennaio a Libreville, capitale del Gabon. La decisione dei ribelli, che in tre settimane hanno conquistato la maggior parte del Centrafrica, è giunta quando hanno dovuto fare i conti con la determinazione della Forza multinazionale di interposizione dell’Africa centrale che impedisce loro di continuare la marcia verso la capitale Bangui. Intanto il presidente Francois Bozize - che ha il sostegno dei dieci Paesi africani – si è dichiarato pronto al dialogo per formare un governo di unità nazionale. E a riprova della sua determinazione a voltare pagina, ha già fatto piazza pulizia tra le più alte cariche dello Stato, silurando, ad esempio, il figlio che finora era a capo del Ministero della Difesa e del capo di stato maggiore, tutti personaggi incapaci di fermare l’avanzata sul terreno dei ribelli.

Al microfono di Alessandro Filippelli, padre Stefano Molon, missionario carmelitano, nel paese da 25 anni:RealAudioMP3

R. – Ci sono questi ribelli che stanno tentando di prendere il potere: è evidente. Se prendono il potere, purtroppo - i vecchi missionari ricordano quello che è successo 10 anni fa - quando il Paese è stato sconvolto dalla crisi che poi ha portato al potere l’attuale presidente. Il Paese era caduto in un baratro di povertà. E’ una situazione di crisi! Finché non si risolve: o se ne vanno o fanno la pace o prendono il potere … Siamo lì, in attesa. C’era stato un accordo tra ribelli, opposizione e governo. Questi accordi sembra che il presidente attuale non li abbia rispettati. Penso che i ribelli avessero dovuto essere integrati nell’esercito regolare o avere dei compensi in denaro; loro però hanno continuato a fare i ribelli.

D. – La tensione nel Paese rimane alta. Eppure, i ribelli hanno annunciato la disponibilità a partecipare a negoziati di pace …

R. – Intanto, è difficile sapere chi dice la verità: se è reale questa disponibilità al dialogo o no … Spesso sono manovre per poi riprendere il potere: ho questa impressione …

D. – Qual è il clima che si respira nella capitale?

R. – Venendo oggi dal Cameroun, ho visto che non c’è nemmeno un camion che viaggi in direzione della capitale. Il Centrafrica dipende totalmente dall’estero: produce pochissimo. Per cui, quasi tutto è importato da Douala, dal porto, e arriva dal Cameroun. La strada è in fase di completamento, si sta portando a termine l’asfaltatura e se si bloccasse – cioè, se i ribelli la prendessero – il Paese rimarrebbe soffocato. Quindi, suppongo che anche i rifornimenti alimentari e tutto il resto, che viene tutto dal Cameroun, non arriveranno e che quindi la città rimarrà senza generi di prima necessità, se la situazione non si sbloccherà. Questo significa che quasi un milione di persone mancherà di generi alimentari; i prezzi stanno aumentando e la gente va in crisi e diventa violenta. Nei giorni scorsi c’erano le barricate, bruciavano pneumatici: la gente ha paura! Speriamo, ci auguriamo veramente che questo nuovo anno che sta iniziando porti una soluzione di pace!







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