Siria: 60 mila vittime dall'inizio del conflitto secondo l'Onu
In Siria è arrivato a quasi 60mila il numero delle vittime accertate dall’inizio del
conflitto a marzo del 2011. Lo ha riferito l’ONU, mentre ieri è avvenuta l’ultima
strage di civili: più di 30 morti per un raid aereo delle forze governative contro
alcuni sobborghi nella zona est di Damasco. Colpita una colonna di auto in sosta nei
pressi di una stazione di rifornimento. Infine in giornata si è appreso del rapimento
di un giornalista freelance statunitense, avvenuto il 22 novembre scorso nella provincia
di Idlib ad opera di uomini armati.Il servizio di Roberta Barbi:
Proseguono senza
sosta i combattimenti tra le forze lealiste siriane e i ribelli nell’aeroporto militare
della provincia di Idlib, che lasciano diversi morti sul campo da entrambe le parti,
come riferito dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. La situazione non sembra
migliorare neppure nell’area intorno alla base di Wadi Deif, dove l’assedio è in corso
dallo scorso mese di ottobre e dove qualche giorno fa – ma la notizia è stata diffusa
solo oggi – è rimasto ucciso un cittadino australiano che da tempo combatte accanto
ai ribelli. La base costituisce l’ultima delle roccaforti lealiste nell’area, dopo
la conquista, da parte dei nemici del regime, della vicina città di al-Maaret Noomane,
che ha una posizione di rilievo a livello strategico, trovandosi sulla strada di collegamento
tra Damasco e Aleppo. E proprio nella capitale, oggi, l’azione più brutale, mirata
contro i civili: un bombardamento dell’aviazione su una folla di persone in fila davanti
a un panificio, ha decimato due intere famiglie, rimaste sotto le macerie di una palazzina
crollata: non si conosce ancora l’esatto numero delle vittime.