Il Patriarca Twal: la forza della preghiera per la pace in Terra Santa e Siria
Il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, celebrando ieri, Giornata Mondiale
per la Pace, a Gerusalemme, la solennità di Maria Santissima Madre di Dio ha affermato:
“Come non desiderare ardentemente la pace in Siria e la fine del blocco di Gaza! Preghiamo
incessantemente per incoraggiare le persone di buona volontà a perseverare fino alla
fine nei loro sforzi, dicendo no all’odio e rispettando le legittime differenze religiose,
culturali o storiche”. Il patriarca - riporta l'agenzia Sir - ha preso spunto dal
Messaggio per la pace di Benedetto XVI, il cui tema è tratto dalle Beatitudini, “Beati
gli operatori di pace”, per analizzare i temi più caldi che riguardano il Medio Oriente
e la Terra Santa. “Ciò che desidero custodire insieme a voi – ha detto Twal - è il
piccolo e concreto vademecum offertoci da Benedetto XVI per un impegno dei cattolici
nella vita sociale, economica e politica, basato sul programma delle beatitudini.
Il Papa offre uno strumento di riflessione per superare ‘i sanguinosi conflitti ancora
in corso’ e ‘i focolai di tensione e di contrapposizione causati da crescenti diseguaglianze
tra ricchi e poveri, dal prevalere di una mentalità egoistica e individualistica espressa
anche da un capitalismo finanziario sregolato’. Il Papa non manca di fare riferimento
al terrorismo e alla criminalità internazionale, ai fondamentalismi e ai fanatismi,
che ‘stravolgono la vera natura della religione’”. “Il nostro Medio Oriente e la nostra
amata Terra Santa – ha ricordato il patriarca latino di Gerusalemme - soffrono per
l’aumento del fondamentalismo religioso che mette in pericolo le prospettive di dialogo
e di convivenza tra le religioni”. La risposta a queste sfide riguardanti la pace
si trova nelle Beatitudini evangeliche, “grazie alle quali – ha detto mons.Twal citando
Benedetto XVI - è possibile costruire una società fondata sulla verità, sulla libertà,
sull’amore e sulla giustizia. La pace tra i popoli – ha ribadito il capo della Chiesa
di Gerusalemme - può nascere e crescere solo se esiste prima in ogni uomo, in ogni
famiglia, in ogni comunità religiosa, in ogni popolo. Al di là della mangiatoia di
Betlemme, dobbiamo abbracciare con un unico sguardo la Terra Santa. Il buon esito
del voto all’Onu della Palestina come Stato non membro deve favorire la pace in tutta
la terra di Cristo. Con voi, sono del parere che tutti i mezzi per raggiungere la
pace debbano passare per la giustizia e il dialogo, e mai attraverso la violenza.
Il percorso è pieno di insidie, ma ci guida la speranza e il canto degli angeli ci
rassicura”. Mons. Twal ha, inoltre, ricordato la recente udienza del Papa al Presidente
dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas: “il Presidente Abbas mi ha confidato la
sua bella sorpresa nel costatare la gioia del Santo Padre per il voto a favore dello
Stato di Palestina”. Da mons. Twal sono venute poi parole di vicinanza per la Siria
e per Gaza: “come non desiderare ardentemente la pace in Siria e la fine del blocco
di Gaza! Preghiamo incessantemente per incoraggiare le persone di buona volontà a
perseverare fino alla fine nei loro sforzi, dicendo no all’odio e rispettando le legittime
differenze religiose, culturali o storiche”. In questa opera anche i cristiani sono
chiamati a dare il loro apporto: “noi cristiani in Medio Oriente – ha sottolineato
il Patriarca - dobbiamo essere operatori di pace, strumenti di riconciliazione. Qui
abbiamo il nostro posto. La nostra storia ci insegna l’importante e spesso indispensabile
ruolo svolto dalle comunità cristiane nel dialogo interreligioso e interculturale”.
Per questo, “si tratta di accogliere con gioia le iniziative che ci uniscono tra cristiani
e ci danno più forza”, come la decisione di celebrare in quest’anno, 2013, la Pasqua
secondo il calendario giuliano. Gli anglicani e i luterani hanno aderito a quest’iniziativa.
“Mi auguro – ha concluso mons. Twal - che un giorno gli ortodossi compiranno un passo
coraggioso per celebrare il Natale secondo il nostro calendario gregoriano”. (A
cura di Daniele Rocchi)